giovedì 26 aprile 2018
Il primo soffione di Walt Whitman
Il primo soffione
Semplice, fresco e bello, spuntando al morire
dell’inverno,
come non ci fossero mai stati artifici di moda, affari,
politica,
dal suo angolo in mezzo all’erba – innocente,
dorato, calmo come l’aurora,
il primo soffione di primavera ci mostra il suo volto
fiducioso.
Walt Whitman
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32 anni fa il disastro di Chernobyl
Articolo da Pressenza
Era il 26 aprile di 32 anni fa, l’Europa si risvegliò (tranne la Francia, la cui popolazione venne criminalmente tenuta all’oscuro) sotto l’incubo di una nube radioattiva generata dal più spaventoso disastro nucleare mai avvenuto.
Non scrivo questa nota con l’ambizione di fare un bilancio[i], ma perché non dobbiamo assolutamente dimenticare! Due anni fa sul Fatto Quotidiano Lorenzo Galeazzi riassumeva efficacemente la situazione così: “Dal 1986, anno dell’incidente nucleare, la popolazione è diminuita di 6 milioni e mezzo principalmente per l’incremento delle morti infantili. Preoccupante anche la salute dei figli delle persone colpite dalle radiazioni: l’instabilità genomica ha aumentato la probabilità di contrarre tumori, malattie genetiche e malformazioni” (https://www.ilfattoquotidiano.it/2016/04/24/chernobyl-e-la-strage-dei-bambini-dopo-30-anni-lucraina-paga-ancora-un-prezzo-altissimo/2662114/).
“Chernobyl non è finita, è appena cominciata”: Yury Bandazhevsky, scienziato bielorusso, imprigionato per aver contestato la versione ufficiale, ora vive in esilio , https://www.usatoday.com/story/news/world/2016/04/17/nuclear-exile-chernobyl-30th-anniversary/82896510/.
Il 26 aprile 1986 il mito dell’energia nucleare ricevette un colpo mortale – quell’energia che avrebbe dovuto essere “Troppo economica per misurarla” (Too cheap to meter, Lewis Strauss, Atomic Energy Commission, 1954).
L’Era nucleare – cupamente inaugurata il 6 e 9 agosto 1945 dai “funghi atomici” di Hiroshima e Nagasaki – ha provocato danni incalcolabili, ha prodotto sostanze radioattive artificiali che perdureranno per tempi inimmaginabili, ha generato armi che mettono a rischio l’esistenza stessa della società umana.
Rosalie Bertell (1929-2012, premo Nobel Alternativo, si batté per fare avere cure mediche alle vittime di Bhopal e di Chernobyl) valutava 19 anni fa in 1 miliardo e 300 milioni le possibili vittime dell’Era nucleare (“Victims of the Nuclear Age”, The Ecologist, novembre 1999, p. 409-411, https://ratical.org/radiation/Navictims.html; trad. it. http://marcosaba.tripod.com/rosalievictims.html, tutti dovrebbero leggerlo: “Malgrado il tentativo di insabbiamento delle autorità, possiamo già cominciare ad enumerare le vittime reali dell’era nucleare”).
Con i non meno spaventosi disastri dell’11 marzo 2011 a Fukushima (fusione dei noccioli di 3 reattori, più incidente assolutamente inatteso a una piscina di decontaminazione del combustibile nucleare esaurito) sono 5 gli incidenti nucleari di eccezionale gravità avvenuti in 39 anni, dopo quello di Three Mile island del 1979, con una frequenza media di uno ogni 6 anni (senza contare gli innumerevoli incidenti “meno gravi”): stima molto più espressiva e realistica dei complessi calcoli sulle probabilità di incidenti puntualmente smentiti dalla realtà a posteriori. “Le statistiche sono le persone che non possono più piangere” ha dichiarato un abitante di Rongelap, della Repubblica delle Isole Marshall che subì 23 test nucleari statunitensi negli anni Cinquanta.
Autore: Angelo Baracca
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Google rinnova Gmail
Articolo da Wired
Archiviato l’incidente delle email di spam che risultavano inviate dagli utenti, così come era trapelato nelle scorse settimane, Gmail cambia faccia.
Smart Reply, allegati consultabili velocemente all’interno di una conversazione, consigli di rimozione dalle newsletter poco utilizzate: il servizio di posta di Google diventa maggiormente intuitivo e tutto sembra rispondere a una richiesta di maggiore ordine.
Snooze
Scorrendo con il cursore sopra la mail in Posta in arrivo – sulla destra, alla fine della riga del titolo – oltre ai comandi come Archivia, Elimina e Marca come già letto, comparirà il comando Snooze, per rinviare il messaggio in un secondo momento (personalizzabile). In questo modo, si potrà scegliere di rivedere un messaggio quando si sarà sicuri di potergli dedicare la giusta attenzione.
Allegati
Anche gli allegati saranno consultabili come anteprime nella stringa dell’email (un po’ più ampia), senza dover procedere con scroll infiniti di una conversazione in cerca di foto e documenti.
Per ottenere questa visualizzazione, selezionare “Compattezza visualizzazione>Predefinita”
Promemoria
Nella nuova versione della casella di posta arriva anche un aiutino per non perdere di vista le email alle quali non si è risposto. Quando latita una risposta all’interno di una conversazione, comparirà una scritta che avvisa: “Ricevuto x giorni fa: rispondere?”.
Smart Reply
Come promesso, anche la funzione che Google aveva già sfruttato per la sua piattaforma mobile, viene integrata nel servizio di posta.
Risposte intelligenti, predefinite, veloci.
Continua la lettura su Wired
Fonte: Wired
Autore: Diletta Parlangeli
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Articolo tratto interamente da Wired
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mercoledì 25 aprile 2018
25 aprile sempre!
"Dimenticare significa perdere l’eredità di una lotta che è ancora inconclusa.
Non dimenticare obbliga a comprendere, a smascherare, a continuare quella lotta.
Per combattere questo nuovo fascismo non ci saranno i vostri nonni, o i padri dei vostri nonni. Affrontarlo toccherà a voi."
Ennio Sardelli (partigiano “Fuoco”)
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25 Aprile
Articolo da Myrtilla's house
25 Aprile
“Era giunta l’ora di resistere; era giunta l’ora di essere uomini: di morire da uomini per vivere da uomini.”
Piero Calamandrei
“25 Aprile. Una data che è parte essenziale della nostra storia: è anche per questo che oggi possiamo sentirci liberi. Una certa Resistenza non è mai finita.”
Enzo Biagi
“Qui
vivono per sempre
gli occhi che furono chiusi alla luce
perché tutti
li avessero aperti
per sempre
alla luce.”
Giuseppe Ungaretti (per i morti per la Resistenza)
Fonte: Myrtilla's house
Autore: Patricia
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martedì 24 aprile 2018
L’antifascismo rimanga fondamento storico, culturale e politico dell’Italia
Articolo da la Sinistra quotidiana
Norberto Bobbio, molti anni fa,
affermava che la celebrazione della Resistenza rappresentava una sorta
di esame di coscienza laico sul presente e il momento della
consapevolezza della grande distanza tra gli ideali partigiani e
l’Italia contemporanea.
Questa affermazione può rappresentare la
linea –guida da mantenere per ricordare quei fatti della tragedia che
il popolo italiano ha vissuto più di settant’anni fa. A patto però che
per guardare all’attualità e per traguardare il futuro non si dimentichi
la memoria. Abbiamo vissuto mesi nel corso dei quali ripetutamente la
memoria della Resistenza è stata offesa da rigurgiti neo – fascisti
comparsi da un passato cui non possiamo permettere di ritornare.
E’ il momento di rispondere con grande solennità assumendoci tutti assieme un impegno inderogabile.
C’è di più in questa post-modernità: il
fascismo vive tra noi, nei comportamenti quotidiani dell’egoismo,
dell’individualismo, della ricerca della sopraffazione degli altri,
nell’inganno quotidiano della politica ridotta a pura lotta per il
potere, alla guerra che dilania interi popoli e rischia, ancora una
volta, di incendiare il mondo.
Ricordare oggi il 25 Aprile, il giorno
più importante della storia repubblicana, significa prima di tutto
compiere un dovere civico e morale di altissimo valore, significa stare
dalla parte di chi considera la storia patrimonio insuperabile delle
radici di un popolo, significa combattere per la verità e per la difesa
dei principi di fondo della nostra convivenza civile e politica.
Viviamo un clima culturale, assistiamo
all'emergere di silenzi, zone d’ombra, vuoti, a pentitismi rivolti
magari in altre direzioni, ma che sostanzialmente coinvolgono la memoria
di quello che è stato l’avvenimento fondamentale nella storia d’Italia.
L’ANPI si è, nel recente passato,
coerentemente schierata contro l’idea di deformare la Costituzione,
alterare l’equilibrio tra i diritti e i doveri dei cittadini,
restringere l’esercizio delle libertà democratiche.
Quell'impegno va rivendicato e deve
rappresentare l’agenda quotidiana per tutti quelli che intendono
impegnarsi per difendere e affermare la nostra convivenza civile.
Allora bisogna ricordare, è necessario
avere il coraggio di ricordare senza cedere alle mode corrente del
revisionismo: alla liberazione dell’Italia dalla dittatura si poté
arrivare grazie al sacrificio di tanti giovani, ragazzi e ragazze che,
pur appartenendo a un ampio schieramento politico (c’erano i cattolici, i
socialisti, gli azionisti, i militari monarchici, i comunisti. Ma si
chiamavano con un solo nome: I Partigiani).
Questi ragazzi combatterono fianco a
fianco, con unità d’intenti e d’azione, con un grande traguardo comune:
il riscatto dell’Italia invasa e un diverso avvenire, fatto di giustizia
e di eguaglianza.
La storia dell’Italia Repubblicana sta
scritta per intero su quel monumento che Piero Calamandrei definì “Ora e
Sempre Resistenza”.
Sandro Pertini parlò della Resistenza
come di un “Secondo Risorgimento, i cui protagonisti, questa volta,
furono le masse popolari”.
Per favore nel ricordare questi passaggi
determinanti per la nostra democrazia non si ceda all’idea che si
tratti semplicemente di retorica.
Si tratta, invece, di ricordare e
ricostruire i momenti determinanti della vita della nostra Nazione e
dell’Europa nel momento della sconfitta del nazismo, nazismo che è stata
l’espressione più evidente della ferocia della “banalità del male”.
Nazismo del quale il fascismo fu corresponsabile, pienamente
corresponsabile e non semplicemente complice.
Non c’è nessuna ritualità, nessun
adempimento di un ormai stanco cerimoniale nel ricordare la storia della
Resistenza ed esiste uno stretto legame fra il 25 aprile e la battaglia
che oggi deve essere condotta contro le diseguaglianze, le
sopraffazioni, i fenomeni di sfruttamento, la disgregazione sociale che
caratterizzano drammaticamente l’attualità.
Così come esiste una stretta connessione
tra il 25 aprile e la ricerca della pace: un tema oggi assolutamente
centrale in una situazione che vede, in diverse parti del mondo,
pericoli concreti di ripresa bellica.
Parlando della Resistenza oggi non
intendiamo certo approfondire la ricostruzione storiografica di quei
fatti, ma semplicemente sfatare quella teoria revisionista che, negli
ultimi anni, va molto di moda nell’indicare la Resistenza come semplice
“Guerra Civile”.
Quelle ragazze e quei ragazzi di
sessantacinque anni fa che si erano dati l’appellativo di Partigiani si
accinsero, da subito, dal 26 Aprile a ricostruire il proprio Paese.
Genova, soltanto per fare un esempio, fu
liberata dal popolo: l’orgoglioso Juncker Prussiano; Meinhold depose la
propria spada davanti all’operaio Remo Scappini e subito la Città
riprese a funzionare in tutte le sue attività.
Quando gli alleati, tra il 27 e il 28
Aprile, risalendo la riviera di Levante arrivarono a Nervi scoprirono,
con loro grande stupore, che funzionava già perfino il servizio
tranviario.
Eppure pensate ai bombardamenti, alle
deportazioni, alle stragi che avevano colpito la nostra terra in quegli
anni: ma la volontà di riprendere a vivere era stata troppo forte.
Continua la lettura su la Sinistra quotidiana
Fonte: la Sinistra quotidiana
Autore: Franco Astengo
Licenza: Copyleft
Fonte: la Sinistra quotidiana
Autore: Franco Astengo
Licenza: Copyleft

Articolo tratto interamente da la Sinistra quotidiana
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Partigiano per Sempre
Un documentario sulla vita di Aurelio Ricciardelli, raccontata in prima persona dallo stesso Aurelio nei luoghi dove è nato, cresciuto e ha vissuto il dramma della guerra nella sua veste di partigiano.
Partigiano per Sempre from Paride Ridolfi on Vimeo.
Video credit Paride Ridolfi caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons
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