Oggi 25 aprile, ricorre l'anniversario della Liberazione e
cioè la fine della guerra nel 45 in Italia e l'inizio di una nuova storia. Le
forze della resistenza, dopo due anni di lotta contro il nazifascismo, vincono.
La resistenza sorse quando; caduto il regime fascista il 25 luglio 1943 e
firmato l'armistizio con gli alleati, in data 8 settembre del 43, le forze
politiche antifasciste, che si erano riorganizzate, chiamarono il popolo a
raccolta per cacciare i fascisti e i tedeschi.
Costituirono il movimento di Resistenza, forze diverse tra loro per
orientamento politico e impostazione ideologica; ma unite nel comune obiettivo
di sconfiggere il nazifascismo e conquistare la libertà. E' stato calcolato che
i caduti nella Resistenza italiana (in combattimento o eliminati dopo essere
finiti nelle mani dei nazifascisti), siano stati complessivamente circa 44.700,
altri 21.200 rimasero mutilati o invalidi. Tra partigiani e soldati italiani
caddero combattendo almeno 40.000 uomini. Le donne partigiane combattenti
furono 35.000 e 70.000 fecero parte dei gruppi di difesa della Donna; 4.653 di
loro furono arrestate e torturate, oltre 2.750 vennero deportate in Germania,
2.812 fucilate e impiccate, 1.070 caddero in combattimento e diciannove
vennero, nel dopoguerra, decorate con Medaglie d'oro al valor militare.
Ricordiamo anche le vittime civili che furono oltre 10.000. Tra il 29
settembre e il 5 ottobre 1944, nella valle tra il Reno e la Setta (Marzabotto,
Grinzana e Monzuno), i soldati tedeschi massacrarono sette partigiani e 771
civili e uccisero in quell'area 1.830 persone.
Tutte queste cifre ci dovrebbero far riflettere; anche perché la memoria
storica sta lentamente scomparendo e molti giovani non conoscono l'importanza
di questa giornata. Ovviamente c'è chi vuol fare revisionismo storico e tutto
questo è altamente pericoloso.
Questa giornata è sempre stata vista erroneamente come una festa di un solo
colore politico; ma a combattere settant'anni fa c'erano: comunisti,
socialisti, cattolici, militari dissidenti, anarchici, perseguitati razziali,
preti e tutti quelli che si sentivano antifascisti.
La festa di Liberazione, quindi, è di tutti e riguarda tutti gli italiani, certamente non possiamo dimenticare quei mesi sanguinari; ma pieni di passione, orgoglio e
coraggio.
Autore e ricerca storica a cura di Mariangela B.
Autore: Mariangela B.
Licenza: pubblicato e concesso su richiesta dell'autore
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