venerdì 31 marzo 2017

Mancano due minuti a mezzanotte


Articolo da Sbilanciamoci.info 

Le dichiarazioni del presidente Usa su riarmo – anche nucleare – e sull'annullamento dell’accordo di Parigi sul riscaldamento globale hanno spostato le lancette dell’orologio “apocalittico”
Il 30 Gennaio del 2017, le lancette dell’Orologio dell’Apocalisse del bollettino degli scienziati nucleari, dei quali ben 16 premi Nobel, sono state spostate a due minuti dalla Mezzanotte.
La mezzanotte è l’ora dell’Apocalisse e gli indicatori per spostare le lancette sono: “la guerra nucleare e i mutamenti climatici…che dovrebbero stare in cima ai pensieri dei leader politici che governano il mondo…”
Ora una cosa è certa: questi problemi stanno in cima ai pensieri del Papa e capovolti, stanno in cima a quelli di Trump che non li ignora, non li evita, ma li prende di petto.
Le sue dichiarazioni di riarmo, anche nucleare e annullamento dell’accordo di Parigi sul riscaldamento globale, hanno spostato di un minuto le lancette dell’orologio apocalittico.
54 miliardi di dollari in armamenti e 1.000 miliardi per un nuovo programma nucleare. (Interesserà anche le basi di Ghedi e di Aviano). Vedremo di quanto si sposteranno le lancette per le dichiarazioni del segretario di stato Tillerson a proposito della Corea del Nord: “la pazienza di Washington si è esaurita….non si esclude l’opzione militare”.
La promessa o l’illusione per gli americani, sono i posti di lavoro per la riapertura delle miniere di carbone, e 28.000 dal ritiro del veto posto da Obama, ai due oleodotti Keyston e Dakota Access.
Senza Trump e anche se tutti rispettassero gli impegni presi a Parigi, sarebbe sempre da criticare l’inesistenza dei leader mondiali democratici e di sinistra, come pure la nostra facilità di “distrarre” la nostra attenzione su altre questioni.
Con Obama la produzione di petrolio negli USA era cresciuta da 7,2Mbg a 12,4 Mbg e moltiplicate le trivellazioni dei pozzi.
Dal 2014 il consumo mondiale di petrolio è salito a 94,6 Mbg/g (milioni di barili al giorno) con un aumento di 1,8Mbg. La Germania, per sostituire il nucleare è tornata massicciamente al carbone, così il Giappone. In Italia l’uso del carbone l’avevamo bloccato con le lotte negli anni ’80. In compenso Renzi ha dato via libera alle trivellazioni in terra e in mare. Nel Mantovano si progetta di far passare l’autostrada del gas (anche il metano è un combustibile fossile) attraversando zone terremotate, di pregio turistico e alimentare. Lo stesso avviene lungo la dorsale sismica degli Appennini, dove si aspettano ancora gli aiuti e invece arriva un bel tubo.
A2A la multiutility di Milano e Brescia ha pensato bene di fare una centrale a carbone nel Montenegro e portare l’energia elettrica in Italia. Renzi ha fatto subito una legge per diminuire le tasse all'energia importata.
Non c’è da stare allegri.
Il rapporto Stern spiega che l’aumento di due gradi, livello a cui si intende stabilizzare la temperatura del pianeta sono comunque un disastro :
  • Diminuzione del 30% della disponibilità di acqua in Africa e nel Mediterraneo.
  • Brusca riduzione della resa agricola nelle regioni tropicali.
  • 40/60 milioni di persone esposte alla malaria.
  • 10 milioni colpite da esondazioni.
  • Da 15 a 40% delle specie a rischio di estinzione
  • Fusione del ghiaccio della Groenlandia.
  • Aumento di livello del mare di 7 metri
  • Brusche variazioni nella circolazione atmosferica.
  • Rischio di collasso dell’Antartico occidentale.
  • Rischio di collasso della circolazione termosalina atlantica.
E’ questa la verità?
Oppure lo sono i fallimenti e gli imbrogli che ci siamo raccontati?
Ricordate? Nel 1992, 25 anni fa, a Rio fu lanciato lo Sviluppo Sostenibile.
Ma a fine settembre del 2014, per la prima volta scoprimmo che avevamo consumato tutte le risorse annue a nostra disposizione e che intaccavamo quelle degli anni a venire; nel 2016e le abbiamo finite già l’8 agosto. Alla faccia dello sviluppo sostenibile.
E ricordiamo l’altro corno della contraddizione dell’Apocalisse.
Nel 2000, mentre si definivano gli obiettivi del Millenium 2000 – 2015, contro la povertà, la fame e la mancanza d’acqua potabile, in quel momento si stimava che 300 persone possedessero una ricchezza pari a quella della metà della popolazione più povera.
Nel 2015, gli obiettivi del millennio erano più o meno falliti e il numero dei possessori della ricchezza era sceso a 62. 62 persone da una parte e 3,7 miliardi dall’altra, con la stessa ricchezza. Oggi i 62 sono diventati 8. Si fronteggiano sui piatti della bilancia 8 persone contro tre o 4 miliardi.
Continua la lettura su Sbilanciamoci.info


Autore: 
Licenza: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.


Articolo tratto interamente da Sbilanciamoci.info

Viviamo nell'era...



"Viviamo nell'era degli arroganti, degli esperti del nulla, degli opinionisti d'accatto, degli economisti fallimentari. Sono loro che dettano le regole del gioco, in un mondo povero di valori che si sono assottigliati sempre più sino a diventare delle vere e proprie veline. In mezzo a tanto vuoto, ci sentiamo come naufraghi che lottano disperatamente per salvarsi dalle onde sotto gli occhi di finti maestri di nuoto, incapaci di prestarci soccorso."

Romano Battaglia

Tratto da Foglie di Romano Battaglia


Tasmania

TASMANIA_DroneShooting from HYBRID CREATURES on Vimeo.

Photo e video credit HYBRID CREATURES caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons


I fiori di ciliegio e il monte Fuji

[4K] Arakurayama Sengen Park Cherry Blossom from Japan from Saha Entertainment on Vimeo.


Photo e video credit Saha Entertainment caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons

Pollice su e giù della settimana


Bimbo di 4 anni chiama i soccorsi con Siri e salva la madre svenuta tratto da Corriere della Sera





Trump cancella le politiche ambientali di Obama tratto da Focus








giovedì 30 marzo 2017

Vi ricordo l'iniziativa poesie e racconti dal web




Voglio ricordare a tutti gli amici e lettori di questo blog, l'iniziativa poesie e racconti dal web. Se siete interessati alla pubblicazione di una vostra opera su questo blog, inviatemi  la vostra richiesta via  e-mail.


La storia di Microsoft Windows

Lo youtuber Andrew Tait, noto anche come TheRasteri, ha realizzato un filmato di 10 minuti, che ripercorre la storia dei sistemi operativi realizzati dalla Microsoft.




Video credit TheRasteri caricato su YouTube


La parità salariale diventa legge in Islanda



Articolo da InGenere.it 

Chiamiamola pure la rivoluzione dei geyser. Certo è che la misura varata dal parlamento islandese martedì 28 marzo 2017 ha del rivoluzionario. La parità salariale fra uomini e donne adesso diventa legge con un obbligo per i datori di lavoro, pubblici e privati, di provare che nelle loro organizzazioni non si attuino discriminazioni a livello retributivo.

In un paese di soli 330 mila abitanti, una buona rappresentanza femminile lo scorso ottobre un giorno aveva cessato le proprie attività alle 2.38 pomeridiane, due ore e mezzo prima della chiusura ufficiale della giornata di lavoro, come a dire: il mio stipendio paga la mia prestazione fino a quest’ora. Tutto il resto è gratis visto che, a parità di collocazione, il mio salario è ben inferiore a quello di un uomo.

Certo, sarebbe potuta sembrare e rimanere solo una protesta dai tratti originali e creativi. Secondo Frida Ros Valdimarsdottir, presidente della Icelandic Women’s Rights Association, si è trattato della pietra miliare di un percorso destinato a sanare una volta per sempre una situazione definita “non salutare” per l’intero sistema economico del paese nordico.   

In un Paese dove la metà di coloro che siedono nel Parlamento è donna, dove l’80 per cento delle donne lavora e dove, grazie anche al sistema delle quote, circa la metà dei membri dei CdA è donna, le donne sanno che anche per arrivare alla parità salariale c’è bisogno di ricorrere ai giusti strumenti. In un modo anche piuttosto restrittivo (o vincolante) dal momento che tutti i casi in cui emergeranno differenze salariali di gender superiori al 5% dovranno essere emendati in forza della legge appena approvata. 

Tutto ciò accade nella felice Islanda, un vero e proprio eden per il lavoro femminile, in testa alla classifica del World Economic Forum[1] quanto a minor gap di genere. Tradotto, in nessuno dei paesi esaminati dal rapporto c’è un gender gap così limitato; la condizione femminile sul piano dell’educazione, della partecipazione alla vita politica, della tutela della salute non ha eguali in tutto il mondo. Qualcosa resta da fare a livello di partecipazione e opportunità economiche.

Continua la lettura su InGenere.it 

Fonte: InGenere.it 

Autore: 
Giovanna Guzzetti

Licenza: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Unported.


Articolo tratto interamente da 
InGenere.it 



Nuova pagina di accesso su Google

Stamattina molti di voi, mentre hanno compiuto l'accesso su Google, avranno notato sicuramente quest’avviso.

Nelle prossime settimane ci saranno novità e farà il suo esordio, una nuova pagina per inserire le credenziali.

La scelta è dovuta alle seguenti motivazioni:
  • Aspetto essenziale e semplice.
  • Maggiore velocità nella procedura di accesso.
  • Standard uguale su computer, telefoni e tablet.

Pertanto, se nei prossimi giorni noterete modifiche, sarà dovuta al nuovo restyling, per ragioni di sicurezza che valgono sempre, mi raccomando di controllare sempre che ci sia il lucchetto nella pagina dell'indirizzo del vostro browser.

Fonte: Google


Proverbio del giorno


Il tempo da consiglio.


mercoledì 29 marzo 2017

Ascoltate di Vladimir Vladimirovic Majakovskij


Ascoltate

Ascoltate!
Se accendono le stelle,
vuol dire che qualcuno ne ha bisogno?
Vuol dire che qualcuno vuole che esse siano?
Vuol dire che qualcuno chiama perle questi piccoli sputi?
E tutto trafelato,
fra le burrasche di polvere meridiana,
si precipita verso Dio,
teme d’essere in ritardo,
piange,
gli bacia la mano nodosa,
supplica
che ci sia assolutamente una stella,
giura
che non può sopportare questa tortura senza stelle!
E poi
cammina inquieto,
fingendosi calmo.
Dice ad un altro:
«Ora va meglio, è vero?
Non hai più paura?
Sì?!».
Ascoltate!
Se accendono
le stelle,
vuol dire che qualcuno ne ha bisogno?
Vuol dire che è indispensabile
che ogni sera
al di sopra dei tetti
risplenda almeno una stella?

 Vladimir Vladimirovic Majakovskij


Il Congresso degli Stati Uniti azzera la privacy online: vendita dei dati senza consenso degli utenti


Articolo da StartupItalia!

Se ti conosco, posso offrirti quello che già desideri. E farlo nel momento in cui lo vuoi o lo cerchi. E scordati la privacy. Questa in sintesi è la logica del direct marketing online, il marketing diretto su Internet. Offrire al cliente quello che è più propenso a desiderare è oggi molto più facile di prima grazie alla scienza dei big data e ai sistemi di profilazione online.

Il mercato dei dati personali che fa gola agli ISP


Dati personali come l’email, il numero di telefono o l’indirizzo di casa, dati sensibili come l’appartenenza politica, religiosa e sindacale, informazioni sull’orientamento sessuale, i dati sanitari, sono protetti dalle leggi sulla privacy, ma da oggi sempre di meno, perché gli Internet Service Provider americani saranno autorizzati a rivendere a terzi quel tesoretto di informazioni unito ai nostri dati di navigazione: dove ci siamo connessi per quanto tempo, con quali strumenti.

La decisione del Congresso americano di abolire la privacy per legge

Negli Usa la Camera dei rappresentanti ha azzerato le tutele della privacy su internet per gli operatori di connettività, gli Isp. 215 voti a favore contro 205 contrari hanno ribadito la decisione già presa al Senato con un margine risicatissimo (50-48), aprendo la strada alla deregolamentazione di Internet con effetti globali. La decisione riguarderà tutti visto che molti siti e servizi che usiamo nel nostro paese sono ubicati negli Usa e quindi soggetti solo alla regole di quel paese. E la cosa grave è che aziende come Verizon, AT&T, Comcast non avranno bisogno di ottenere il consenso dei propri utenti per vendere alle agenzie di marketing tutte le informazioni che collezionano dalle nostre navigazioni. Pensate cosa accadrà quanto Google porterà la connettività in tre quarti del pianeta.

Le 5 cose che gli ISP potranno fare d’ora in avanti

Perciò d’ora in avanti i provider potranno fare 5 cose che già facevano prima di nascosto senza essere più esposti alle lamentele e alle class action dei loro clienti.

1. Iniettare cookies di tracciamento invisibili e non cancellabili in tutto il traffico HTTP

Anche con la navigazione in Incognito o in Private Browsing, quando usiamo un tracker-blocker, o abbiamo la funzione Do-Not-Track accesa potranno inserire un unico identificatore (li chiamano anche supercookies) in tutto il traffico non cifrato col risultato di tracciare in dettaglio tutta la navigazione.

2. Preinstallare software nel telefonino e registrare ogni url visitata


Potranno preinstallare negli smartphone nuovi di zecca un software che traccia l’uso di ogni app, la visita dei siti web e farsi mandare questi dati dai venditori dei telefonini o delle app preinstallate.


Continua la lettura su StartupItalia!

Fonte: StartupItalia! 

Autore: 
Arturo Di Corinto 

Licenza: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported


Articolo tratto interamente da StartupItalia!


Volpi di città


Articolo da OggiScienza

SPECIALE MARZO – Sempre più persone scelgono la vita in città per godere di servizi, attività culturali, per rimanere più vicine al luogo di lavoro. Ma la city life non riguarda solo la nostra specie: sempre più censimenti, studi e progetti di citizen science mostrano come gli animali si avvicinano e si stabiliscono nei centri abitati. Non solo pipistrelli, roditori e ricci, ma falchi pellegrini (come quelli che abitano a Manhattan) e creature ancor più grandi come le volpi (Vulpes vulpes), che anche in città continuano comunque a condurre una vita “riservata” e a evitare, quando possibile, i contatti con noi.

Disboscamento e attività minerarie non sono infatti le uniche modalità con le quali modifichiamo l’ambiente; anche l’urbanizzazione gioca un ruolo sempre più importante e spesso ha effetti negativi sugli animali selvatici, perché porta a una degradazione o a una frammentazione dell’habitat. Così sempre più specie sono costrette a spostarsi dalla loro casa, bloccate da grandi strade e infrastrutture, assordate dal traffico o esposte a fonti di cibo alternative (come le discariche) che finiscono per alterarne il comportamento e la biologia.

Altre, come la volpe, se la cavano invece piuttosto bene: essendo predatrici generaliste hanno accesso a nuove possibilità alimentari, non solo rifiuti e scarti di cibo umani ma un gran numero di piccioni e ratti. Allo stesso tempo possono trovare rifugio nei giardini e, a conti fatti, sopravvivere con meno fatica rispetto a quella che richiederebbe sostentarsi con la sola caccia in natura. Niente attività industriali o agricole a disturbarle, niente (o quasi) pesticidi a ridurre il numero di lombrichi nel terreno e temperature tendenzialmente più calde rispetto al resto del territorio. Ma quante sono le volpi cittadine?

Mentre nuove città si attrezzano per tenere d’occhio la propria popolazione di volpi – come ha fatto di recente anche Vienna – la più studiata è probabilmente quella inglese.

Nel 2013 un gruppo di ricercatori guidati da Dawn Scott, biologa ed esperta di conservazione dell’Università di Brighton, ha sfruttato l’approccio della citizen science per quantificare il numero di volpi urbane. Attraverso annunci televisivi, hanno chiesto ai cittadini di diventare “avvistatori di volpi” e raccolto così i dati. Oltre a farsi un’idea della popolazione di questi mammiferi nelle aree di città, il loro obiettivo era anche identificare eventuali legami tra determinate caratteristiche urbane e la presenza e densità delle volpi. Nel giro di un paio di settimane hanno ricevuto quasi 17 500 segnalazioni. Il risultato? Sorprendente, nonché fotografia di un grosso cambiamento in corso, ma iniziato negli anni 1930, con i primi avvistamenti di volpi in città.

La distribuzione delle volpi tra Inghilterra e Galles è cambiata sensibilmente nel corso di poco più di un ventennio, con oltre il 90% delle aree un tempo senza o quasi senza volpi, circa 65 città e dintorni, che ormai erano tappa abituale dei piccoli canidi. Più parchi e zone verdi c’erano in una determinata porzione di territorio, maggiore era la densità di volpi avvistate. In mancanza di dati davvero aggiornati sulla presenza di questa specie in qualsiasi città britannica, scrivevano i ricercatori, è necessario elaborare metodi per un monitoraggio più preciso.

Tra il 2013 e il 2015 Scott e colleghi hanno portato avanti il loro lavoro sulle volpi urbane e a dicembre dell’anno scorso, a un incontro della British Ecological Society, la scienziata ha presentato i dati preliminari delle ultime indagini. Sfruttando la combinazione tra sondaggi, tag sugli animali e modelli per la stima della densità, la quota di volpi odierna in Inghilterra si aggirerebbe intorno ai 150 000 esemplari. Circa cinque volte maggiore rispetto alle stime degli anni Novanta del secolo scorso.

Continua la lettura su OggiScienza


Fonte: OggiScienza


Autore: 
Eleonora Degano

Licenza: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 2.5 Italia.


Articolo tratto interamente da
 OggiScienza




Buongiorno amici




Buongiorno Amici miei,
che il sole brilli nel vostro volto,
che il calore penetri nel vostro cuore.
Che sia una giornata ricca di colori
quelli che accendono di vita e armonia
gli istanti, tanto da renderli unici e speciali.



Stephen Littleword


lunedì 27 marzo 2017

La parità è ancora un miraggio



C'è un proverbio che dice "passato il santo, passata la festa" cioè quando il giorno festivo è trascorso, i festeggiamenti sono inutili. Dopo le abbuffate di retorica per la ricorrenza dell’8 marzo; tutte le donne si ritrovano con i problemi di tutti i giorni, non c'è da rallegrarsi se le italiane sono ultime in Europa per accesso al mercato del lavoro, continuano ad avere impieghi scarsamente qualificati, guadagnano meno dei colleghi maschi, sono costrette ad accettare il part-time e dedicano il triplo del tempo degli uomini alle attività familiari.

Le donne subiscono in modo più forte non soltanto i processi di precarizzazione del lavoro; ma anche gli effetti delle politiche di austerità. Con la scusa di aumentare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro; senza mai cambiare le politiche di welfare, è stata supportata l'idea di contratti sempre più flessibili, più precari, atipici, part-time involontari e sfruttamento dei voucher e purtroppo in alcuni casi non vi è neanche il diritto alla malattia o maternità retribuita (spesso neppure le ferie), per non parlare delle contribuzioni previdenziali future, sempre più basse.

Bisogna dire però, che qualche passo avanti, rispetto al passato c'è stato; pensiamo che un tempo, le donne non avevano nessun diritto neanche sulla gestione dei propri guadagni e tutto doveva avere l'autorizzazione "maritale" cioè del marito e le lavoratrici per esempio, non potevano contrarre mutui, cedere e riscuotere capitali, ipotecare o alienare beni immobili. Il lavoro femminile difficilmente era identificato come tale: quasi tutte le donne occupate nell'agricoltura non erano riconosciute come lavoratrici; insomma la condizione femminile è migliorata, ma nell'ambito lavorativo c'è ancora tanto da fare e non si può parlarne soltanto per un giorno all'anno.

Autore: Mariangela B.

Coautore: Cavaliere oscuro del web
 



Fukushima sei anni dopo


Articolo da Tlaxcala

Dopo il terremoto del 2011, la centrale nucleare della TEPCO (Tokyio Electric Power Company) a Fukushima, in Giappone è crollata con sei reattori nucleari. Tre si fusero. Quello che è successo dopo è stato il più grande rilascio di radiazioni in acqua nella storia del mondo: i prodotti radioattivi, alcuni in quantità ancora maggiori rispetto a Chernobyl, sono filtrati nell'Oceano Pacifico. Che cosa è successo a partire da quella data finora?

1. Il Pacifico contaminato

Il disastro, la catastrofe nucleare di Fukushima, ha contaminato il più grande oceano del mondo in soli sei anni [1].

Ricordiamo brevemente che cosa è accaduto [2]: nel 2011, un terremoto – si è detto che probabilmente fu una ripetizione del terremoto del 2010 in Cile - genera uno tsunami che causa un crollo nella centrale nucleare della TEPCO (Tokyio Electric Power Company) a Fukushima, in Giappone, con sei reattori nucleari, di cui tre vanno in fusione. Quello che accade dopo è il più grande rilascio di radiazioni in acqua della storia mondiale: il materiale radioattivo, in alcuni casi in quantità ancora maggiore rispetto a Chernobyl, filtra nell'Oceano Pacifico.
La quantità, è ragionevole ipotizzare alla luce di quanto sappiamo oggi, potrebbe essere molto più grande rispetto alle stime ufficiali giapponesi, che per molti scienziati sono alquanto imprecise.


Fukushima continua ancora oggi a rilasciare circa 300 tonnellate di rifiuti radioattivi in mare, nel Pacifico. Quotidianamente. E continuerà a farlo in futuro. Il punto di origine della perdita non può essere sigillato. E' inaccessibile tanto ai lavoratori (disperati o inconsapevoli, in molti casi, del rischio che corrono nello svolgere questo lavoro) che ai robot, a causa delle temperature estremamente elevate.

Fukushima potrebbe diventare il peggior disastro ambientale nella storia dell'umanità, ma viene a mala pena menzionato dalla maggior parte dei politici istituzionali e dai molti scienziati non interessati, oltre ad essere assente dalle notizie dei media mainstream. Una possibile spiegazione: la TEPCO, proprietaria dell'impianto colpito e di molte altre centrali nucleari giapponesi, una grande corporation, può senza dubbio esercitare un controllo forte, diretto o indiretto, sulle società dell'informazione e su molti politici.

Anche se non possiamo sentire direttamente le radiazioni, che non si vedono, né hanno odore, alcune zone della costa occidentale del Nord America conviveranno per anni con i loro effetti. Naturalmente, i funzionari del governo affermano che Fukushima non ha nulla a che vedere con quello che è successo, anche se le radiazioni nei tonni dell'Oregon sono triplicate dopo il disastro. Già nel 2012 fu pubblicata in una delle riviste scientifiche più prestigiose, la PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences), la notizia che i tonni del Pacifico assorbono radionuclidi di Fukushima, rilevando in quelli pescati in California quantità di cesio radioattivo 10.


2. Radiazioni

La stessa TEPCO ha annunciato qualche settimana fa di aver osservato livelli record di radiazioni e un buco in una parte metallica all'interno del sarcofago del reattore 2 [4].
Verso la fine di gennaio, in questa unità è stata inviata una piccola telecamera. L'analisi delle immagini filmate ha permesso di dedurre che in una parte del sarcofago "le radiazioni possono raggiungere i 530 sievert per ora" (un essere umano esposto a una tale radioattività morirebbe quasi all'istante).

Il sievert (Sv), ricordiamolo brevemente, è il nome - in onore del fisico svedese Rolf Sievert, un pioniere della radioprotezione - dell'unità di misura della dose equivalente di radiazione nel Sistema Internazionale. Esso tiene conto delle caratteristiche del tessuto irradiato e della natura della radiazione. Costituisce l'unità paradigmatica nella protezione contro le radiazioni ionizzanti, poiché sebbene con alcune limitazioni, tenta di esprimere il rischio degli effetti stocastici (cioè, casuali) associati all'insieme delle situazioni di possibile esposizione. In pratica, il sievert è la dose di energia assorbita (gray) moltiplicata per un fattore di ponderazione specifico di ogni radiazione e organo o tessuto (equivale a 100 rem, la vecchia unità di misura di dose equivalente; rem: roetgen equivalent man). Il concetto inerente a questa unità di misura è che la stessa quantità di energia assorbita può determinare effetti molto diversi a seconda del tipo di radiazione e dell'organo esposto. Il fattore di ponderazione dei fotoni gamma e degli elettroni è 1, mentre quello dei protoni è 5 e quello delle particelle alfa sale fino a 20. Infatti, il Sv è una grandezza molto elevata e solitamente si utilizzano i sottomultipli millisievert (mSv, 1 Sv = 1000 mSv) e i microsievert (μSv, 1 mSv = 1000 µSv). Conviene tener presente - spesso lo si fraintende o usa erroneamente - che, per definizione, il sievert può essere utilizzato solo per valutare il rischio di effetti stocastici negli esseri umani, ma non su fauna e flora.

Riprendiamo il filo del discorso. C'è un margine di errore nella cifra segnalata (530 Sv/h), cioè il livello potrebbe anche essere inferiore del 30%. "Ma è ancora alto", ammette il portavoce di TEPCO, Tatsuhiro Yamagishi.

L'ultimo valore, registrato nel 2012 in altre parti del reattore 2, era, anche secondo la TEPCO, di 73 sievert. Il livello estremamente alto di radiazioni rilevate in un luogo, se esatto, "può indicare che il combustibile non è lontano e che non è coperto dell'acqua", ha dichiarato all'emittente pubblica NHK Hiroshi Miyano, professore dell'Università di Hosei, che presiede una commissione di studi per lo smantellamento della centrale.

Ha anche trovato un buco, un quadrato di un metro di lato, in una piattaforma metallica situata nel sarcofago, sotto la vasca che contiene il nocciolo del reattore. Ipotesi ragionevole: potrebbe essere stato causato dalla caduta di combustibile, che avrebbe fuso e forato il contenitore.

I reattori 1, 2 e 3, lo ricordiamo, sono stati i più danneggiati nel 2011 e causarono un massiccio rilascio di sostanze radioattive. Non è ancora stato localizzato il combustibile che presumibilmente si è fuso in quelle tre unità delle sei, ricordiamo, che possiede la centrale danneggiata.

3. Salute


A dispetto delle informazioni del complesso politico-industriale elettronucleare che sostengono non esserci rischi per la salute umana e ambientale a causa della radioattività di Fukushima, esistono - sia pure scarsi - studi pubblicati sulle più rigorose riviste scientifiche che mostrano tutto il contrario.

L'impatto sulla salute pubblica, ancora negato da molteplici esigenze di "sicurezza nucleare", continua a crescere inesorabilmente secondo le previsioni che la scienza radiobiologica e l'esperienza degli incidenti precedenti permettono di avanzare.

Così, il primo effetto previsto a causa del rilascio di iodio-131 è l'aumento del cancro alla tiroide nei bambini e nei giovani a partire dal 3°/4° anno dall'incidente. E, in effetti, lo studio epidemiologico pubblicato rileva questa realtà. Tsuda e altri [5] hanno studiato la prevalenza del cancro alla tiroide in 298.577 soggetti sotto i 19 anni dell'area di Fukushima tra il 2011-2014 e trovato un incremento di 30 volte - variabile a seconda della sottoarea – rispetto la prevalenza prevista dagli indici del resto del Giappone in quello stesso periodo.

I 110 casi diagnosticati alla fine del 2014 continuano ad aumentare, perché non tutta la popolazione della zona è stata controllata. Nei prossimi anni sono attesi altri effetti, tutti dannosi.

Continua la lettura su Tlaxcala





Per concessione di El Ciudadano
Fonte: http://www.elciudadano.cl/2017/03/12/365777/fukushima-seis-anos-despues-seis-observaciones-y-una-reflexion-hacia-dentro1/
Data dell'articolo originale: 12/03/2017
URL dell'articolo: http://www.tlaxcala-int.org/article.asp?reference=20125


Fonte: Tlaxcala 

Autore: 
Eduard Rodriguez FarréSalvador López Arnal - tradotto da Centro di Cultura e Documentazione Popolare - editato da Alba Canelli

Licenza: Copyleft 

Articolo tratto interamente da Tlaxcala 



domenica 26 marzo 2017

È davvero meraviglioso...



"È davvero meraviglioso che io non abbia lasciato perdere tutti i miei ideali perché sembrano assurdi e impossibili da realizzare. Eppure me li tengo stretti perché, malgrado tutto, credo ancora che la gente sia veramente buona di cuore. Mi è impossibile costruire tutto sulla base della morte, della miseria, della confusione. Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto, odo sempre più forte l’avvicinarsi del rombo che ci ucciderà, partecipo al dolore di migliaia di uomini, eppure quando guardo il cielo, penso che tutto si volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà, che ritorneranno la pace e la serenità."


Anna Frank


Scoperto l’antico porto di Salamina



Articolo da Il Fatto Storico

Gli archeologi greci hanno trovato l’antico porto militare dell’isola di Salamina, teatro di una delle battaglie navali più grandi e decisive dell’antichità: la battaglia di Salamina del 480 a.C.

Il porto è stato identificato nella piccola e ben protetta baia di Ambelaki, nella parte orientale dell’isola, grazie alla ricerca archeologica di una squadra di 20 esperti provenienti da due istituzioni greche – l’Eforato per le Antichità Subacquee e l’Istituto Ellenico di Archeologia Marina.


«Questa è la prima ricognizione subacquea sistematica ad essere avviata da istituzioni greche in un ambiente marino gravemente inquinato, e tuttavia in una zona cruciale di importanza storica», si legge nel comunicato del ministero greco.

L’indagine ha individuato i resti di strutture portuali, fortificazioni e altri edifici risalenti al periodo classico (V – IV secolo a.C.) e al periodo ellenistico, su tutti i tre lati – nord, ovest e sud – della baia. Tali caratteristiche sono visibili solo a bassa marea in determinati periodi dell’anno.

Baia fortificata

«La parte fortificata nord-occidentale della baia è la prova principale dell’identificazione di quella speciale ‘area chiusa’ con la zona militare del porto di Salamina, certamente un territorio ateniese in epoca classica», ha dichiarato a Live Science Yannos Lolos, professore di archeologia presso l’Università di Ioannina e presidente dell’Istituto Ellenico di Archeologia Marina.

In effetti, la parte meridionale dell’area è protetta da un muro molto lungo, che si estende per circa 160 metri e finisce in una robusta torre rotonda simile a quelle trovate in altri porti fortificati. Un grande molo di pietra si estende per 50 metri lungo il lato est di questa “zona militare principale”. Altri resti sommersi sul lato sud includono frangiflutti, un molo lungo 40 metri e un muro lungo 30 metri con attaccata una sorta di torre a base quadrata. «Questi resti, integrati con le fonti storiche e letterarie, non lasciano dubbi circa il ruolo della baia come il principale punto di raduno della flotta greca in prossimità del teatro della battaglia navale negli stretti», ha detto Lolos.

Continua la lettura su Il Fatto Storico

Fonte: Il Fatto Storico

Autore: redazione Il Fatto Storico

Licenza: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 2.5 Italia


Articolo tratto interamente da
 Il Fatto Storico


L'accenno di un canto primaverile di Aleksandr Blok


L'accenno di un canto primaverile

Il vento portò da lontano
l'accenno di un canto primaverile,
chissà dove, lucido e profondo
si aprì un pezzetto di cielo.
In questo azzurro smisurato,
fra barlumi della vicina primavera
piangevano burrasche invernali,
si libravano sogni stellati.
Timide, cupe e profonde
piangevano le mie corde.
Il vento portò da lontano
le sue squillanti canzoni.

Aleksandr Aleksandrovič Blok


In questo blog lo spam non è ammesso


Voglio ricordare a tutti, che in questo blog lo spam non è ammesso. Quindi evitate di lasciare commenti con proposte commerciali e pubblicità, oltre a link cliccabili.  Non è mia abitudine cestinare, ma il rispetto viene prima di tutto.




venerdì 24 marzo 2017

Lo splendore dell'amicizia di Ralph Waldo Emerson


Lo splendore dell'amicizia

Lo splendore dell’amicizia
non è la mano tesa
né il sorriso gentile
né la gioia della compagnia:
è l’ispirazione spirituale
quando scopriamo
che qualcuno crede in noi
ed è disposto a fidarsi di noi.

Ralph Waldo Emerson





Torino in 4k

Torino in 4k from Dominik Schleuter on Vimeo.

Photo e video credit Dominik Schleuter caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons

Lago di Garda

Lake Garda, Italy - 4k Drone Footage from Lukas Hardieck on Vimeo.

Photo e video credit Lukas Hardieck caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons 




Pollice su e giù della settimana


Italiani popolo più sano al mondo, primi su 163 paesi tratto da Ansa






Londra: attentato vicino al parlamento, quattro morti tratto da Vivere Italia








Ogni volta che vuoi giudicare qualcuno...



“Ogni volta che vuoi giudicare qualcuno, cammina prima per tre lune nei suoi mocassini.” Dobbiamo diventare dei grandi camminatori, non credi? Camminare, camminare e camminare ancora, uno a fianco dell’altro, scambiandoci le scarpe, uno nelle scarpe dell’altro. Camminare pensando al giorno in cui siamo venuti al mondo e a quello in cui ce andremo. Camminare accanto alla fragilità, nella nudità, senza toghe, senza indici levati. Dobbiamo camminare per costruire un mondo la cui base non siano più il giudizio e il pregiudizio, ma l’umiltà e la comprensione.

Susanna Tamaro