venerdì 31 ottobre 2014

Scegli il tuo film horror/thriller


Oggi vi faccio scegliere il vostro film horror/thriller che vi ha impressionato di più. La lista è sicuramente riduttiva e inoltre voglio ricordare che si possono fare più scelte.

Mi raccomando di condividere questo post nei vostri blog/profili sociali e invitare i vostri amici a partecipare nella scelta.



Psycho - omaggio a Hitchcock


Psycho - Homage to Hitchcock from Davy and Kristin Mcguire on Vimeo.


Photo e video credit Davy and Kristin Mcguire caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons

Halloween


Halloween ! from Tanguy Louvigny on Vimeo.


Photo e video credit  caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons

Citazione del giorno


"Teatro significa vivere sul serio quello che gli altri, nella vita, recitano male."

Eduardo De Filippo
 
 

giovedì 30 ottobre 2014

Licenziati e mazziati






Ieri, gli operai delle acciaierie di Terni sono arrivati in circa mille a Roma, per protestare davanti all'ambasciata tedesca contro il piano del gruppo che prevede circa 550 esuberi e un ridimensionamento degli stabilimenti umbri.

L'accoglienza è stata una carica di manganellate e alcuni operai feriti.
Alla manifestazione ha partecipato anche il segretario della Fiom, Maurizio Landini che a caldo ha dichiarato:

"Altro che slogan del cazzo, altro che palle, Leopolde e cazzate varie. Il governo deve chiedere scusa ai lavoratori. Perché questo Paese esiste perché ci siamo noi a pagare le tasse. E dobbiamo prendere anche le botte, noi che paghiamo, noi... che lavoriamo? E da chi, da altre persone che per vivere devono lavorare? Ma che diano l'ordine di colpire quello che c'è da colpire. Cazzo, in un Paese di ladri, di gente che evade, di corruzione, se la vengono a prendere con gli unici onesti? Ma come cazzo siamo messi?"

Nella tarda serata di ieri, sono arrivate anche le dichiarazioni del governo, che farà luce sui fatti e oggi dovrebbe riferire alla Camera il ministro dell'interno, Angelino Alfano.
Dopo aver fatto questa premessa di cronaca; un commento sui fatti di ieri è doveroso: non è la prima volta che assistiamo a fatti del genere e non sarà neanche l'ultima, la situazione è veramente grave.

Il lavoro non si crea abolendo quei pochi diritti che hanno i lavoratori, inseguendo fantomatici modelli esteri, che possono dare solo mano libera alle speculazioni di grandi multinazionali e industriali senza scrupoli.
Io non dico che tutti gli imprenditori fanno la guerra ai propri lavoratori, fortunatamente c'è anche chi riconosce nel proprio successo, il lavoro svolto dai propri dipendenti.

Oggi molti si lamentano della concorrenza cinese e dei paesi emergenti, ma sapete che i maggiori produttori sono tutti di provenienza estera e sfruttando la manodopera a basso costo, hanno aumentato i loro profitti, oltre che i prezzi finali ai consumatori.

Il problema è uno solo: l'avidità e la grande speculazione in atto da quel modello capitalista che ha portato ai mali più incurabili la nostra esistenza.

Io come padre temo per il futuro dei nostri figli e con quale faccia mi presenterò un domani quando anche lottare, sarà invano?

Voglio tra l'altro ricordare in questo post:

Antonio Schiavone, Roberto Scola, Angelo Laurino, Bruno Santino, Rocco Marzo, Rosario Rodinò e Giuseppe Demasi.

Questi sono gli operai morti la notte tra il 5 e 6 dicembre 2007, nello stabilimento Thyssen-Krupp di Torino.

Quando qualcuno vuole negare qualche diritto, basta pensare a loro e a tutti i lavoratori che muoiono ogni giorno lasciando soli, i propri cari.



Vi segnalo (post interessanti da altri blog)


Oggi vi consiglio:

Al Senato passa l'ammazza-blog tratto da PuntoInformatico

Ci risiamo!

La vergogna dei manganelli tratto da Lo schiaccianoci

Invito alla lettura.

Nuove regole per il libretto di circolazione: multe da 700 euro. Ecco cosa fare tratto da PrimaDaNoi.it

Importante notizia per gli automobilisti.

mercoledì 29 ottobre 2014

Una visione apocalittica




“La mia è una visione apocalittica. Ma se accanto ad essa e all'angoscia che la produce, non vi fosse in me anche un elemento di ottimismo, il pensiero cioè che esiste la possibilità di lottare contro tutto questo, semplicemente non sarei qui, tra voi, a parlare.”

Pier Paolo Pasolini
 
 

AdwCleaner: un antimalware molto utile


 
La sicurezza in un PC non è mai troppa e oggi voglio parlarvi di un programma niente male.

AdwCleaner è un programma gratuito, appartenente alla categoria degli antimalware, quindi completano l'azione degli antivirus e non li sostituiscono.

Questo software rimuove toolbar, spyware, adware e altre minacce dal proprio computer, in modo rapido ed efficace.

L'utilizzo è molto semplice, basta cliccare sul pulsante Scan e attendere la rilevazione di tutte le possibili minacce informatiche.

Un’avvertenza è d'obbligo, soprattutto per i meno esperti di computer, consiglio di fare particolare attenzione alle chiavi trovate nel registro di Windows, basta poco per trovarsi il PC bloccato e consiglio la lettura di qualche guida reperibile tramite ricerca sul web.


Download qui

Programma compatibile con Windows XP, Vista, 7, 8, 8.1 in 32 & 64 bits.

Software house: http://general-changelog-team.fr/en/tools/15-adwcleaner

Corte di Giustizia UE: l’embedding di un video non viola il copyright

Articolo da PuntoInformatico.it

Roma - Un sito può incastonare un video sfruttando le funzioni di embedding messa a disposizione legalmente da un'altra piattaforma che ne permette la condivisione ed anche se il contenuto si rivelasse in violazione del diritto d'autore ciò non creerebbe una nuova infrazione.

A chiarirlo è la Corte di Giustizia dell'Unione Europea, secondo cui l'embedding di un video non costituisce una nuova violazione in quanto non consiste in una nuova forma di comunicazione, al pari dei link a contenuti già liberamente accessibili sul web.

Il caso che ha permesso alle autorità europee di giungere a questa decisione ha origine in Germania e vede contrapposte BestWater International, azienda che si occupa di filtri per l'acqua, ad un paio di agenti di un suo competitor. Nel dettaglio, BestWater li aveva denunciati per aver incastonato nelle loro pagine Web un video commerciale relativo ai prodotti di BestWater trovato su YouTube, probabilmente con lo scopo di criticarne il contenuto.

L'Europa ha rilevato che non sono state operate modifiche al video, ma si è effettuata solo la semplice condivisione di un link: ciò non comporta il rendere disponibile il contenuto ad un pubblico nuovo rispetto a quello quello già raggiungibile da YouTube. Se l'embedding puntasse a raggiungere nuovi pubblici si verificherebbe invece la condizione che fa scattare la violazione del diritto d'autore.

Continua la lettura su PuntoInformatico.it


Fonte: PuntoInformatico.it


Autore: Claudio Tamburrino

Licenza: Licenza Creative Commons
Questo opera è distribuito con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 2.5 Italia.


Articolo tratto interamente da PuntoInformatico.it

Proverbio del giorno



La buona coscienza è un giardino in cui crescono rose senza spine.
 
 

martedì 28 ottobre 2014

Chi di notte...





"Chi di notte, dormendo, sogna, conosce un genere di felicità ignota nel mondo della veglia: una placida estasi e un riposo del cuore che sono come il miele sulla lingua. Sa anche che la vera bellezza dei sogni è la loro atmosfera di libertà infinita: non la libertà del dittatore che vuole imporre la sua volontà nel mondo, ma la libertà dell'artista privo di volontà, libero dal volere."

Karen Blixen

Tratto da | La mia Africa di Karen Blixen



Sotto le luci


Under The Lights from Stephane Vetter on Vimeo.

Photo e video credit caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons


Islanda


I C E L A N D from WarmBakedBread on Vimeo.

Photo e video credit  caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons

Autunno di Rainer Maria Rilke



Autunno

Le foglie cadono da lontano, quasi
giardini remoti sfiorissero nei cieli;
con un gesto che nega cadono le foglie.
Ed ogni notte pesante la terra
cade dagli astri nella solitudine.
Tutti cadiamo. Cade questa mano,
e così ogni altra mano che tu vedi.
Ma tutte queste cose che cadono, Qualcuno
con dolcezza infinita le tiene nella mano.

Rainer Maria Rilke



 

domenica 26 ottobre 2014

Manifestazione Cgil: un milione in piazza per dire no al Jobs act



Ieri oltre un milione di persone ha partecipato alla manifestazione indetta dalla Cgil, contro le politiche lavorative del governo Renzi. Sono scesi a manifestare in piazza San Giovanni a Roma, anche molti esponenti della sinistra Pd e questo ci fa capire che si va verso una probabile scissione.

Intanto non sono mancate ancora alcune frasi fuori luogo e poco rispettose nei confronti di chi lavora e fa fatica per arrivare alla fine del mese, stavolta le dichiarazioni arrivano dal finanziere Davide Serra, con un passato nella banca d’affari Morgan Stanley, che ha dichiarato: "ci vogliono meno scioperi e una politica ancora più dura sul Jobs Act".

Il mondo della finanza ha poco da predicare, visto che sono i principali responsabili della crisi mondiale e hanno trasformato l'Europa in una società privata.

Vi lascio alla voce dei manifestanti, grazie a un video di LiberaTv.



Video credit Libera.Tv caricato su YouTube - licenza: Creative Commons

Citazione del giorno


"Noi vogliamo una societa' che rispetti tutte le liberta' meno che una, quella di sfruttare il lavoro degli altri, perchè questa libertà tutte le altre distrugge e rende vane."


Enrico Berlinguer
 
 

venerdì 24 ottobre 2014

25 ottobre a Roma, perché? Dal Jobs Act alla Legge di Stabilità


Invito tutti a guardare questo video realizzato dal Coordinamento per il Diritto allo Studio, che ci spiega alcuni motivi per dire no al Jobs Act.



Video credit Coordinamento per il Diritto allo Studio caricato su YouTube - licenza: Creative Commons



I compagni: recensione del film


I compagni è un film del 1963 diretto da Mario Monicelli.

Trama
Torino, fine Ottocento. In una fabbrica tessile, l'ennesimo grave incidente spinge gli operai a richiedere migliori condizioni di lavoro. Quando la loro richiesta di ridurre l'orario di lavoro da quattordici a tredici ore viene del tutto ignorata, decidono di compiere un gesto dimostrativo, suonare la sirena di fine turno in anticipo di un'ora, che procura però una multa a tutti e una sospensione a Pautasso, l'autore materiale.

Gli operai organizzano quindi uno sciopero, approfittando dell'esperienza in materia dell'esperto professor Sinigaglia, appena giunto in città proveniente da Genova, ricercato dalla polizia per aggressione ad un pubblico ufficiale durante una manifestazione. I padroni per risolvere la situazione sono disposti a ritirare multa e sospensione e "perdonare" gli operai influenzati da "agitatori di professione", ma gli operai non possono accettare una concessione così modesta rispetto al livello ormai raggiunto dalla protesta.

Di fronte alla resistenza degli operai, che tengono duro, forti della reciproca solidarietà, i padroni arrivano a chiamare lavoratori disoccupati da un'altra città. Gli scioperanti tentano di bloccare il treno che trasporta i crumiri, ma durante gli scontri Pautasso perde tragicamente la vita. Il prof. Sinigaglia, visti i precedenti, è costretto a nascondersi e trova un accogliente rifugio nella casa della prostituta Niobe, figlia di un operaio che l'ha ripudiata per la sua scelta di vita.

I lavoratori in sciopero, dopo aver resistito un intero mese, sono ormai prossimi a cedere, ignorando di aver portato i padroni sul punto di cedere per primi. Mentre gli operai hanno già votato per la ripresa del lavoro, il prof. Sinigaglia lascia il comodo nascondiglio, rischiando l'arresto per parlare agli operai, giunge trafelato e riesce a riaccendere in loro il desiderio di proseguire la lotta con la sua appassionata retorica, che riecheggia il discorso di Marco Antonio nel Giulio Cesare di Shakespeare. Spinti dalle parole del professore, i lavoratori marciano in corteo verso la fabbrica per occuparla. Ma la cavalleria, chiamata a difendere la fabbrica, spara sulla folla e uccide Omero, uno degli operai più giovani, appena un ragazzino, mentre il prof. Sinigaglia viene infine arrestato.

Gli operai tornano al lavoro, sconfitti. Fra loro il fratello minore del ragazzo ucciso, che ne ha preso il posto. Il prof. Sinigaglia, dal carcere, continua a diffondere le sue idee di progresso sociale, mentre altri lavoratori come Raoul portano avanti la lotta.

Curiosità sul film

 La pellicola ha come interpreti principali Marcello Mastroianni e Renato Salvatori e fu candidata agli Oscar per la migliore sceneggiatura originale.

Questo articolo è pubblicato nei termini della GNU Free Documentation License. Esso utilizza materiale tratto da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Sciopero generale contro il Jobs Act

In queste ore è in corso lo sciopero generale indetto dai sindacati Usb, Or.S.A. e Cib Unicobas, contro il jobs act. Si registra una buona adesione e diverse manifestazioni si snodano in varie città. L'iniziativa di oggi anticipa di 24 ore la manifestazione indetta dalla Cgil che si svolgerà, nella giornata di domani a Roma.



Video credit Oriana caricato su YouReporter.it



Video credit Oriana caricato su YouReporter.it

Vi ricordo l'iniziativa poesie e racconti dal web


Voglio ricordare a tutti gli amici e lettori di questo blog, l'iniziativa poesie e racconti dal web. Se siete interessati alla pubblicazione di una vostra opera su questo blog, inviatemi  la vostra richiesta via  e-mail.


Domani LinuxDay

Per maggiori informazioni:

http://www.linuxday.it/

Quando venne abbattuto l’ultimo albero

 
Articolo da Pressenza
 
Quest'articolo è disponibile anche in: Inglese, Tedesco

Secondo gli studiosi specializzati nella sua storia, l’Isola di Pasqua è rimasta un sistema chiuso per 1.400  anni. I primi abitanti erano polinesiani provenienti da ovest, approdati in canoa con piante e animali per fondare una nuova colonia, una nuova civiltà. I nuovi arrivati trovarono una terra piena di alberi, grandi riserve d’acqua dolce nei crateri di vulcani spenti e un’infinità di uccelli, costruirono villaggi e un sistema economico che permetteva di sfamare le loro famiglie.

La vita è continuata per secoli senza molto da fare se non coltivare, pescare o depredare i nidi degli uccelli; c’era molto tempo da dedicare alla costruzione di abitazioni e ad attività più culturali.

La tradizione, probabilmente nata nel loro luogo di origine in Polinesia, di onorare la morte dei capi più importanti, dotati di un’energia e un potere speciali, portò a uno dei più straordinari progetti di costruzione mai visti sul pianeta: la realizzazione di incredibili piattaforme, su cui erano collocate delle enormi statue di pietra. I teschi dei defunti venivano inseriti all’interno della piattaforma.

Nel corso del tempo il culto delle statue fiorì e da piccole queste diventarono gigantesche, fino a pesare decine di tonnellate. A volte venivano trasportate per grandi distanze. Furono aggiunte enormi teste, inseriti nelle orbite grandi occhi di corallo e pupille di ossidiana dove dimorava tutto il potere un tempo appartenuto al defunto. Le statue vennero erette da una generazione all’altra, formando delle file che guardavano verso gli insediamenti e lontano dal mare. Colme com’erano del potere degli antenati, le statue fornivano protezione alla comunità.

Tutto andava bene per gli isolani. Gli europei non erano ancora arrivati per ridurli in schiavitù o trasmettere malattie contro cui non avevano difese, eppure dopo un periodo di mille anni senza guerre, all’improvviso, nel giro di venti-quarant’anni la popolazione dell’isola venne decimata e il culto delle statue abbandonato. Che cosa aveva causato questo crollo inatteso?

L’effetto di un sistema chiuso

La risposta, o almeno un’analogia che può aiutare a individuarla si trova a sorpresa nel campo della termodinamica, un ramo della fisica capace di provocare un tremendo mal di testa a chi cerca di studiarla. Riguarda concetti come la temperatura, la pressione, i volumi e il rapporto tra di essi e il concetto piuttosto astratto di entropia.

Immaginate una scatola piena di ossigeno in forma gassosa e un’altra pieno di azoto gassoso. Le due scatole sono una accanto all’altra, separate da una parete rimovibile. Toglietela e i due gas si troveranno fianco a fianco. Con il tempo si mescoleranno al punto che non sarà più possibile individuare la loro posizione iniziale. Questo è l’effetto dell’entropia. Essa misura la quantità di disordine in un sistema. La condizione iniziale – due masse di gas puro fianco a fianco – è la più ordinata possibile, quella finale – i due gas mescolati – la meno ordinata possibile.

Il secondo principio della termodinamica afferma che un sistema lasciato a se stesso, ossia chiuso, tende a muoversi verso un disordine crescente. Ed è a questo punto che si può introdurre un’analogia con l’economia: in un sistema chiuso i componenti si muoveranno verso un disordine crescente.

L’Isola di Pasqua, il sistema chiuso perfetto

Gli abitanti rimasero isolati per 1.400 anni. Con il passare del tempo la popolazione aumentò e le limitate risorse naturali furono consumate: gli alberi vennero abbattuti per creare ripari e trasportare le statue, i topi introdotti come cibo dai nuovi arrivati divorarono i frutti e i semi che potevano generare nuovi alberi, gli uccelli marini si estinsero e non rimasero alberi per costruire imbarcazioni che permettessero di trovare nuove isole da colonizzare. La popolazione crebbe in modo esponenziale per secoli e la deforestazione causò l’erosione del suolo e raccolti sempre più miseri.

Ad un certo punto l’isola non riuscì più a produrre cibo sufficiente a sfamare gli abitanti. Non si costruirono più statue perché non c’erano né alberi né cibo per gli artigiani; si ignora se ci furono tentativi di dialogo, ma quello che è certo è lo scoppio di violenti conflitti. All’improvviso nei reperti archeologici apparvero le armi, tutte le statue vennero abbattute e gli occhi – la fonte del potere del villaggio – distrutti.  Il sistema crollò e secondo alcuni calcoli il 90% della popolazione venne decimato.

Il Pianeta Terra, il sistema chiuso perfetto

Non bisogna essere un genio per scorgere il rapporto tra l’Isola di Pasqua, con una popolazione di 20.000 persone e il Pianeta Terra con i suoi quasi 8 miliardi di abitanti.

Anche noi viviamo in un sistema chiuso. Abbiamo risorse limitate di combustibili fossili e alberi, un numero limitato di piante e animali commestibili e una popolazione che sta crescendo in modo esponenziale. E’ chiaro che con il passare del tempo tendiamo a un disordine crescente. L’insoddisfazione tra la gente cresce, le guerre, la povertà e la morte aumentano. Così come le due masse gassose all’inizio erano tutte ordinate e poi sono divenute sempre più disordinate, così nelle nostre vite ben regolate penetra un disordine crescente. Nel nostro sistema chiuso la crescente entropia si sta avvicinando al punto di non ritorno.

Continua la lettura su Pressenza


Fonte: Pressenza

Autore:  - traduzione di Anna Polo
  
Licenza: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 4.0 Internazionale


 

Articolo tratto interamente da Pressenza

giovedì 23 ottobre 2014

Luci nordiche in HD


Northern lights HD from YASUSHI TANIKADO Photography on Vimeo.


Photo e video credit YASUSHI TANIKADO Photography caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons

Alvernia in timelapse


Auvergne Timelapse from Marco Deias on Vimeo.

Photo e video credit Marco Deias caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons

Pettegolezzi



"Mi dispiace vedere che lei fa più affidamento sui pettegolezzi e le sciocchezze di altre persone che non su di me e che, anzi, non ha alcuna fiducia in me. Le garantisco però che questo non mi turba; che scrivano pure fino a diventare ciechi e lei creda pure loro, se così le piace, ma io non cambierò di un capello."

W. Amadeus Mozart
 
 

Wiki Loves Monuments: edizione 2014 da record!

 
 

La terza edizione di Wiki Loves Monuments è giunta al termine e chiude i battenti forte di un grande risultato: più di ventimila immagini raccolte per 4.500 monumenti diversi, che andranno a illustrare tante voci di Wikipedia, nuove o già esistenti. L’Italia si piazza al primo posto per numero di partecipanti (oltre mille!) e al terzo per il totale di foto caricate, su ben quaranta Paesi che hanno aderito al concorso.
La grande quantità di materiale da gestire ha lasciato purtroppo poco spazio per l’aggiornamento del blog, ci scusiamo, ma siamo stati piacevolmente travolti da ventimila immagini e dai preparativi per i lavori della giuria e per l’allestimento di premiazione e mostre.
La partecipazione è stata massiccia quest’anno, grazie al lavoro svolto in sinergia dallo Staff di WLM, dai Comuni e dagli Enti, dal Ministero e dalle Soprintendenze, dagli Sponsor e dai Partner. Senza dimenticare il lavoro dei volontari, che hanno organizzato gite, pedalate e safari fotografici in tutta Italia e hanno risposto a decine di e-mail.

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Fonte: Wiki Loves Monuments


Autore: Francesca Lissoni 


Licenza: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Condividi allo stesso modo 3.0 Unported.



Articolo tratto interamente da Wiki Loves Monuments



Il cilindro: recensione teatrale

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Il cilindro è una commedia in un atto di Eduardo De Filippo composta nel 1965 e inserita dall'autore nella raccolta Cantata dei giorni dispari.

Trama

Rita e Rodolfo sono una coppia di coniugi romani che vivono in subaffitto, a Napoli, a casa di mastr'Agostino (ex guardia notturna di un teatro) e donna Bettina. Trovatisi tutti e quattro morosi di 300.000 lire, si arrangiano con uno stratagemma per riuscire a raggiungere la somma.
Rita finge di prostituirsi, attraendo i potenziali clienti facendo abluzioni in sottoveste dalla finestra che dà sul vicolo. Stabilita la cifra (10.000 lire), i clienti entrano in casa e, nel mettersi a letto, vi scoprono Rodolfo disteso che finge di essere morto. Le scene d'isteria e disperazione di Rita nello spiegare la situazione e la presenza del cadavere solitamente riescono a mettere in fuga i malcapitati: qualora non bastasse, entra in scena mastr'Agostino che, con un cilindro in testa, pronuncia un'interminabile sequela di frasi sconnesse: il cilindro, simbolo dell'autorità, e lo sproloquio pronunciato dall'uomo sono generalmente in grado di mettere soggezione e timore ai clienti, che finiscono per allontanarsi senza aver ripreso il denaro.
I quattro sono arrivati ad accumulare circa 80.000 lire, quando viene irretito un nuovo cliente: don Attilio Samueli. All'inizio l'uomo rimane terrorizzato dalla presenza del morto ma, scoperto il trucco, decide di stare al gioco: infatti insiste nel voler avere un rapporto con Rita, mettendola in crisi, e aumentando la cifra fino ad arrivare a 100.000 lire. Fallito anche lo stratagemma del cilindro, Rodolfo, spaventatissimo dall'eventualità di un cedimento della moglie, si rialza per spiegare tutta la situazione ad Attilio.
I quattro parlano delle loro vicissitudini, della disoccupazione e della miseria delle quali sono vittime, dell'abbrutimento a cui si può arrivare quando la società ti chiude ogni porta in faccia... Don Attilio capisce ma, illustrando la sua situazione personale (peraltro non verificabile), si presenta a sua volta come una vittima degli eventi: dopo la morte della moglie, spiega, la sua vita sessuale si è azzerata mettendolo a rischio di vita, secondo il parere del suo medico. Per convincere i quattro porta la cifra a 300.000 lire, sufficienti per saldare i debiti con il padrone di casa. Tutto ciò, che lascia interdetti Agostino e Bettina, provoca in Rodolfo una crisi isterica che farà accorrere tutto il vicinato, per venire a vedere «'sto vecchio pazzo che vò annà a letto co mi' moje». Attilio non si scompone e rilancia offrendo 500.000 lire, lasciando ammutoliti tutti, e mettendosi a letto aspettando una risposta. In un silenzio generale, Rita e Rodolfo questionano sul da farsi. Quando lei sta per decidersi, mastr'Agostino scopre che il vecchio s'è addormentato ed escogita un trucco: taglia la candela nella stanza da letto, mette avanti tutti gli orologi e fa stendere Rita accanto a don Attilio. Risvegliatosi poco dopo egli crede di aver consumato il rapporto e, guardando l'orologio e constatata l'ora, se ne va piuttosto in fretta, non prima di aver lasciato a quella che crede la sua nuova amante il suo biglietto da visita. Il mezzo milione è entrato in casa, i vicini si complimentano per lo stratagemma riuscito, ed i quattro si mettono a tavola.
I sogni ad occhi aperti di Rita vengono qui interrotti dalle divisioni del bottino fatte da Agostino, secondo il quale lei ed il marito potrebbero disporre solo dei guadagni sui clienti precedenti, e non di tutta la somma rimanente dal pagamento della mora. Questo discorso e la mancata reazione di Rodolfo fanno infuriare Rita, che decide di abbandonare gli altri tre al proprio destino. Mastr'Agostino tenta pateticamente, col cilindro in testa, di fermarla, ma lei risponde di non temerlo più, pur essendo ignorante. La giovane donna si è resa conto che il cilindro e la logorrea di Agostino non contano nulla in una società dove la sicurezza è data solo dal denaro: in pratica, chi ha il cilindro per davvero è don Attilio, il "vecchio pazzo". Rita fugge di casa e Rodolfo tenta di inseguirla, mentre Bettina e Agostino mettono al sicuro il malloppo.

Analisi della commedia

La commedia, incentrata su cinque personaggi (Rita, Rodolfo, Agostino, Bettina e don Attilio -"o viecchio pazzo"-), ha come sfondo l'Italia degli anni '60 fra il boom economico e la perenne crisi della disoccupazione. Il cilindro, ben spiegato da "Agostino-Eduardo" nella commedia, è una rappresentazione del potere, atto ad intimidire gli ignoranti per la sua sola "potenza" evocativa. Esso può essere visto anche come una sorta di "maschera pirandelliana", laddove il personaggio di Agostino la indossa per difendersi e rappresentare qualcosa che egli non è.

Questo articolo è pubblicato nei termini della GNU Free Documentation License. Esso utilizza materiale tratto da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Photo credit Nikodem Nijaki (Own work) [CC-BY-SA-3.0], via Wikimedia Commons


Stop TTIP





Per maggiori informazioni:

www.stop-ttip-italia.net

Video credit Stop TTIP Italia caricato su YouTube


Proverbio del giorno


Dal detto al fatto c'è un gran tratto.
 
 

martedì 21 ottobre 2014

Quando ho cominciato...



Com’è imbarazzante aver voluto imporre a qualcuno i miei desideri, pur sapendo che i tempi non erano maturi e la persona non era pronta, anche se quella persona ero io. Oggi so che questo si chiama “rispetto”.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho smesso di desiderare un’altra vita e mi sono accorto che tutto ciò che mi circonda è un invito a crescere. Oggi so che questo si chiama “maturità”…

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho capito di trovarmi sempre ed in ogni occasione al posto giusto nel momento giusto e che tutto quello che succede va bene. Da allora ho potuto stare tranquillo. Oggi so che questo si chiama “stare in pace con se stessi”.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho smesso di privarmi del mio tempo libero e di concepire progetti grandiosi per il futuro. Oggi faccio solo ciò che mi procura gioia e divertimento, ciò che amo e che mi fa ridere, a modo mio e con i miei ritmi. Oggi so che questo si chiama “sincerità”.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono liberato di tutto ciò che non mi faceva del bene: persone, cose, situazioni e tutto ciò che mi tirava verso il basso allontanandomi da me stesso… all’inizio lo chiamavo “sano egoismo”… ma oggi so che questo è “amore di sé”.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho smesso di voler avere sempre ragione. E così ho commesso meno errori. Oggi mi sono reso conto che questo si chiama “semplicità”.

Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono rifiutato di vivere nel passato e di preoccuparmi del mio futuro. Ora vivo di più nel momento presente, in cui tutto ha un luogo. È la mia condizione di vita quotidiana e la chiamo “perfezione”. Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono reso conto che il mio pensiero può rendermi miserabile e malato. Ma quando ho chiamato a raccolta le energie del mio cuore, l’intelletto è diventato un compagno importante. Oggi a questa unione do il nome di “saggezza interiore”.

Non dobbiamo continuare a temere i contrasti, i conflitti e i problemi con noi stessi e con gli altri perché perfino le stelle, a volte, si scontrano fra loro dando origine a nuovi mondi. Oggi so che tutto questo è “la vita”.

Charlie Chaplin


Immagine del giorno

Forrest Gump Point, Monument Valley, Utah

Monument Valley - Utah

Photo credit Chao Yen caricata su Flickr - licenza foto: Creative Commons

lunedì 20 ottobre 2014

Del computer non si butta niente

 
Articolo da AMISnet

Il trashware è la pratica di riciclo dei computer destinati allo smaltimento. In Italia sono decine le cooperative e le associazioni che la mettono in atto ogni giorno: un’attività essenziale per ridurre la produzione dei rifiuti.
Con il termine e-waste si indicano i rifiuti di apparecchiature elettriche e elettroniche, quei rifiuti cioè che hanno il tasso di crescita più alto tra quelli industriali. Spesso questo materiale finisce in Africa, in sconfinate discariche a cielo aperto. Gran parte degli e-waste è composto dai computer, che il più delle volte vengono buttati quando ancora sono funzionanti o aggiustabili. “Alle grandi aziende spesso conviene comprare nuovi pc, piuttosto che aggiornare quelli vecchi, per questioni fiscali ed economiche” spiega Nicolas Denis, della cooperativa Re-ware. In Italia esistono molte realtà che ogni giorno cercano di limitare la produzione di questi rifiuti, riciclando le macchine altrimenti destinate allo smaltimento, potenziandole con software liberi e riimmetendole sul mercato. “Con le nostre iniziative dimostriamo ai cittadini che del computer non si butta niente” conclude Emiliano Russo, di Verde Binario.


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Intervento audio su AMISnet

Fonte: AMISnet


Autore: redazione AMISnet


Licenza: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Condividi allo stesso modo 3.0 Unported

 

Articolo tratto interamente da AMISnet


Le future forme di vita


The Future Forms Of Life from David Lance on Vimeo.

Photo e video credit David Lance caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons

Rocky Mountains (Colorado)


Rockies from Yildy Aktas on Vimeo.

Photo e video credit Yildy Aktas caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons


Ofelia di Arthur Rimbaud


Ofelia

Dove dormono le stelle, nell'onda calma e nera
la bianca Ofelia ondeggia come un grande giglio,
ondeggia lentamente, stesa nei suoi lunghi veli...
Arrivano dai lontani boschi i gridi della caccia.

Sono più di mille anni che la triste Ofelia
passa, bianco fantasma, sul lungo fiume nero.
Sono più di mille anni che la sua dolce follia
mormora una romanza alla brezza della sera.

Il vento bacia i suoi seni, sciogliendo in corolle
i suoi grandi veli cullati mollemente dalle acque;
i salici fruscianti piangono sulla sua spalla,
sulla sua ampia fronte sognante s'inchinano i fuscelli.

Le sfiorate ninfee intorno le sospirano;
talvolta Ofelia sveglia, in un ontano che dorme,
qualche nido, da cui sfugge un breve fremito d'ala:
un canto misterioso scende dagli astri d'oro.


O pallida Ofelia, bella come le nevi!
Tu sei morta bambina rapita dalle correnti!
I venti di Norvegia dalle alte vette
ti avevano parlato dell'aspra libertà;

e un soffio, scompigliando la tua folta chioma,
al tuo animo sognatore portava strani rumori;
e il tuo cuore ascoltava il canto della Natura
nei pianti degli alberi, nei sospiri notturni;

e la voce dei mari folli, immenso rantolo,
spezzava il tuo sesso fanciullo; troppo dolce e umano,
e un mattino d'aprile, un bel cavaliere pallido,
un pazzariello, si accoccolò muto ai tuoi ginocchi!

Cielo! Amore! Libertà! Quale sogno, o pazza mia!
Tu ti scioglierai in lui come la neve al sole:
le tue grandi visioni strozzavano la tua parola
e l'Infinito terribile sbigottì il tuo occhio cupo.


E il poeta dice che ai raggi delle Stelle
vieni a cercare, di notte, i fiori che cogliesti;
e d'avere visto sull'acqua, distesa fra i suoi lunghi veli,
la bianca Ofelia, come un gran giglio, ondeggiare.

Arthur Rimbaud

 

Citazione del giorno

"Il futuro lo conoscerete quando sarà arrivato; prima di allora, dimenticatelo e occupatevi del presente."


Eschilo
 
 

sabato 18 ottobre 2014

Iniziativa contro il bullismo


Interessante iniziativa da far girare nei nostri blog e sui social network!



Adriatico: capodogli spiaggiati causati dalle ricerche di petrolio?

 
Articolo da TuttoGreen

Il 12 settembre a Vasto, sulla spiaggia di Punta Penne, sono stati trovati sette  capodogli spiaggiati presso la Riserva naturale di Punta Aderci. Solo quattro esemplari, grazie all’intervento degli esperti, sono  riusciti a riprendere la via del mare, non tre femmine, tra cui una in stato di gravidanza, che in quel litorale hanno esalato il loro ultimo respiro, tra lo sconforto generale dei tanti presenti.

Essendo ancora in corso le indagini è ancora presto per chiarire le cause della loro morte, ma i primi indizi son bastati a scatenare la bufera. Nel sangue dei tre cetacei è stata rilevata la presenza di gas, che molti esperti ed ambientalisti hanno messo subito in relazione coi metodi adottati per le ricerche petrolifere nel Mediterraneo.

Secondo Legambiente Abruzzo, tali dati avvalorano i sospetti sulla possibile responsabilità dell’air-gun, una tecnica di ispezione dei fondali marini, che si basa su continui e rumorosi spari di aria compressa, all’origine delle onde riflesse da cui vengono poi tratti i dati sulla composizione del sottosuolo. Emissioni sonore tutt’altro che innocue per gli organismi marini, poiché possono provocare perdita dell’udito, lesioni o disorientamenti. Questo metodo potrebbe dunque aver provocato un trauma improvviso nei cetacei, che sarebbero riemersi troppo rapidamente, per poi finire intrappolati sui bassi fondali della costa abruzzese.

Una fuga fatale, perché proprio questa veloce e scorretta riemersione avrebbe causato un’embolia, decretando la morte di tre dei sette capodogli. Questa è la tesi non solo di Legambiente Abruzzo ma anche di Vincenzo Oliveri, il presidente del Centro studi cetacei che ha spiegato la somiglianza dell’accaduto con quanto succede ai sub in seguito a una mancata decompressione, e di Giuseppe Notarbartolo di Sciara, uno dei massimi ecologi marini italiani e presidente dell’Istituto di ricerca Tethys, che pur predicando prudenza in attesa dei risultati definitivi, ha messo in relazione il dettaglio del gas con lo spavento provocato da un’emissione sonora di origine antropica sottomarina.

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Fonte: TuttoGreen


Autore: Marco Grilli


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Articolo tratto interamente da TuttoGreen


Autunno di Guillaume Apollinaire


Autunno

Passano nella nebbia
un contadino e il suo bue,
lentamente nella nebbia d'autunno
che nasconde i poveri tuguri.

E mentre si allontana ,
il contadino canta una canzone triste.
Oh, l'autunno, l'autunno
ha sepolto l'estate!

Passano nella nebbia due figure grigie.

Guillaume Apollinaire

Ast di Terni: si ferma una città intera contro i licenziamenti


Ieri una grande manifestazione si è svolta a Terni, per protestare contro i 537 tagli che la Thyssen Krupp vuole attuare nelle acciaierie ternane. In 30 mila sono scesi nelle strade, con negozi chiusi e gesti di grande solidarietà verso i lavoratori del gruppo. Nel comizio finale sono stati ancora una volta contestati i leader sindacali, ma vi lascio alle immagini dello sciopero.



Video credit Libera.Tv caricato su YouTube - licenza: Creative Commons

Proverbio del giorno


La mamma degli idioti è sempre incinta.
 
 

Vicino al cielo


Close to the sky from Jerome Campilla on Vimeo.

Photo e video credit Jerome Campilla caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons

La fine dell'estate


Summer is ending from André SASIUK on Vimeo.

Photo e video credit André SASIUK caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons

giovedì 16 ottobre 2014

Tutti dicono che...



"Tutti dicono che l’amore fa male, ma non è vero. La solitudine fa male. Il rifiuto fa male. Perdere qualcuno fa male. Tutti confondono queste cose con l’amore, ma in realtà, l’amore è l’unica cosa in questo mondo che copre tutto il dolore e ci fa sentire ancora meravigliosi."

Oscar Wilde
 
 

martedì 14 ottobre 2014

Angeli del fango

 

Articolo da Megachip.info

di Alternativa Nord-Ovest

Secondo una vecchia massima cinese, presa poi in prestito dai rivoluzionari maoisti di metà '900, quando è grande la confusione sotto il cielo, la situazione è eccellente.
Ciò significa che nei momenti di turbamento della quiete, del "tran tran" quotidiano, si liberano energie capaci di apportare uno shock positivo a situazioni stagnanti, se incanalate nella giusta direzione. Ciò che, a margine dell'ennesima alluvione che ha colpito il Genovesato, colpisce in positivo dell'intera vicenda, tra un rimpallo di responsabilità e l'altro e la legittima frustrazione dei cittadini, è la nuova mobilitazione dei giovani, rimessisi in moto a distanza di tre anni dalla tragica alluvione del 2011.
Li chiamano "angeli del fango", si tratta di centinaia di volontari appartenenti in larga misura a quella Generazione Y posta nel tritacarne della precarietà sistemica da uno status quo politico-economico incapace di affrontare la crisi che lo attanaglia, senza distruggere interamente il suo stesso corpo sociale. Giovani condannati a lunghi e costosi studi universitari che in tanti, troppi casi, non li porteranno da nessuna parte, se non a "lavoretti" saltuari e provvisori, che cronicizzano il senso di precarizzazione dell'esistenza e impediscono, di fatto, la piena realizzazione individuale. A tutto vantaggio delle solite élite.
Una generazione costretta peraltro a vivere in una "trappola per topi", una città trasformata dall'industrializzazione - quando Genova era il fondamentale vertice "marittimo" del triangolo industriale del Nord-Ovest italiano - in un colabrodo per torrenti costretti a tragitti improbabili da opere idrauliche altrettanto improbabili, dettate dalle esigenze urbanistiche del tempo, e da altri "regali" della cementificazione del territorio.
Ciononostante, quello che trasmettono questi ragazzi - accusati a destra e a manca di apatia sociale, di inconcludenza, di alienazione dal mondo circostante - è una dannata voglia di partecipazione alla difesa del bene comune, inteso in questo senso come la stessa città, le sue vie, le sue piazze, i suoi mille torrenti e rigagnoli, i suoi negozi. Non c'è, dietro di loro, la mossa di qualche "volpone" della politica, né un riferimento ideologico chiaro e univoco.
C'è la volontà di prendersi cura del luogo dove vivono, il luogo dove subiscono quotidianamente l'oltraggio di un sistema economico feroce, e dal quale sono spesso costretti alla fuga per mere ragioni di sopravvivenza, e non di scelta. Una città che spesso umilia i loro progetti, i loro sogni. Ma è la loro città; è la loro "agorà". E' dove nascono i loro amori, dove si consolidano i loro rapporti interpersonali, dove si sviluppano i loro talenti.

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Fonte: Megachip.info


Autore: Alternativa Nord-Ovest

Licenza: Copyleft


Articolo tratto interamente da Megachip.info

 

Maltempo: rete Tim fuori servizio in Emilia




Da ieri in buona parte dell'Emilia, la rete Tim è fuori servizio. In queste ore i tecnici della Telecom hanno cercato di ripristinare la centrale telefonica allagata a causa dell'esondazione del torrente Baganza. Alle ore 13.30 di oggi la situazione sembra non cambiare e ci sono ancora disservizi.

Purtroppo molte zone del parmense sono difficilmente raggiungibili e questo causa notevoli ritardi al ripristino del servizio.

La situazione dovrebbe tornare alla normalità nelle prossime ore, salvo inconvenienti.

Change.org, l’attivismo via internet


Articolo da Voci Globali

Con 2 milioni e 700 mila utenti, una media di 600 petizioni al mese, 15.000 lanciate dall’esordio della piattaforma nel luglio 2012, Change.org (Italia) avanza spedita nell’obiettivo di fornire a chiunque voglia portare avanti una battaglia, un’idea, una proposta, un luogo virtuale per ottenere risultati reali.

Nata a San Francisco nel 2007 la piattaforma si è poi diffusa in 18 Paesi del mondo, approdando in Italia nel luglio 2012. Si continuerà a crescere e in programma c’è anche l’apertura in qualche Paese africano, a cominciare – si vocifera – dal Kenya.

Salvatore Barbera, direttore delle campagne in Italia non vuol sentire parlare del termine slackactivismclicktivism, quella sorta di attivismo pigro che consente, attraverso un click – appunto – di lavarsi la coscienza e pensare di aver davvero contribuito a cambiare il mondo. “Già qualche anno fa – dice Barbera a Voci Globali – è stata presentata una ricerca che dimostrava che le persone che partecipano alle petizioni online sono anche quelle che di solito scendono nelle strade“.

In ogni caso, visto che al momento non riusciamo a fornire altri dati, tranne ricordare quello che diceva Evgeny Morozov, che ha appunto coniato il termine, occorre concentrarsi sui risultati portati a casa finora.

Sulle 15.000 petizioni lanciate finora ne sono andate in porto 350. Tante, poche?Sfido qualunque organizzazone – dice Barbera – a vincere 350 campagne in soli due anni di vita“. Il direttore della piattaforma italiana sottolinea l’importanza della possibilità di interazione, data da un progetto come Change.org, capace di generare processi di cambiamento e di fare lobbying su temi di natura sociale e che spesso investono la qualità della vita i tutti i giorni o i diritti umani di milioni di persone. “Quello che è importante – dice Barbera – è che tutti, potenzialmente, oggi abbiano la possibilità di farsi sentire. Il web è uno strumento eccezionale, ma non è un’astrazione, sono le persone che lo usano e sta alle persone trarne il meglio. Ad usarlo è una creatura umana, il risultato dipenderà da questa creatura. Le risposte vengono dalle interazioni che le persone sono in grado di creare“.

Barbera ricorda che la piattaforma ha la caratteristica di essere aperta e “pluralista” nel senso che non ci sono idee, né persone, né situazioni che sono soggette a controllo e censura. “Le uniche situazioni in cui siamo intervenuti sono state dei ‘tentativi’ di aprire campagne da ragazzi molto giovani. Le proposte erano davvero troppo infantili per poter avere un seguito“.

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Fonte: Voci Globali


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Articolo tratto interamente da Voci Globali


Citazione del giorno



"Il conformismo non ama le realtà vere, né gli spiriti creativi, ma solo nomi e consuetudini."


Ralph Waldo Emerson
 
 

Ebola. In Texas il primo contagio avvenuto negli Stati Uniti: è un'infermiera.

 
Articolo da Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto

Lunedì 13 ottobre 2014

Anche negli Stati Uniti, in Texas, è avvenuto un contagio di Ebola fuori dai confini dell'Africa. Era già successo qualche giorno fa in Europa, in un'ospedale spagnolo. Anche in questo caso si tratta di un'infermiera che è entrata in contatto con un paziente contagiato dal virus ebola, tornato dall'Africa a fine settembre quando ancora non manifestava i sintomi, e che poi è morto dopo il ricovero nell'ospedale dove lavora questa infermiera. Sembra che l'infermiera non abbia rispettato in toto le procedure di sicurezza. È dunque possibile che nei prossimi giorni ci saranno altri casi di ebola negli Stati Uniti tra le persone che sono entrate in contatto con questa infermiera.

Fonte: Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto

Autori: vari

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Articolo tratto interamente da Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto