venerdì 13 aprile 2018

Francia: continuano gli scioperi

Assemblée Générale Université Paris VIII bloquée, 11 avril 2018

Articolo da Effimera

La primavera 2018, in Francia, si è aperta con una nuova sequenza di mobilitazione sociale potenzialmente decisiva per il numero di settori sociali interessati, per la posizione strategica che alcuni di questi occupano nelle catene del valore e per le poste in gioco che essa pone a livello continentale a fronte dell’attuale configurazione dei rapporti di forza europei. Dopo le prime grandi manifestazioni di massa dei ferrovieri e l’intensificazione delle dinamiche di resistenza sindacale, altri settori sociali e lavorativi hanno raggiunto la mobilitazione. Contemporaneamente, le principali università del paese si sono mobilitate contro la nuova legge approvata a marzo (la Loi ORE) che restringe l’accesso all’università sulla base di una logica fortemente “meritocratica”. Attualmente si registrano atenei bloccati e occupati in un tutto il paese, con l’imposizione dello slittamento o del voto politico per gli esami previsti nel semestre primaverile. Solo nella giornata di oggi (giovedì 12 aprile) quasi tutte le università parigine si trovano in stato di intensa agitazione, mentre l’occupazione della sede storica della Sorbona – dichiarata in seguito al divieto di tenere nella corte un’assemblea interfacoltà – viene sgomberata con la forza dai CRS. Mentre scriviamo, migliaia di persone si sono radunate per difendere la Comune Libera di Tolbiac, occupata da due settimane, vero e proprio bastione della mobilitazione universitaria. Da qualche giorno sono inoltre in corso le operazioni militari di sgombero della ZAD di Notre-Dame-des-Landes, una vendetta programmata dal governo a seguito della vittoria di una lotta che in questi anni, mentre respingeva il progetto di una grande opera devastatrice di un territorio, ha sperimentato e consolidato un nuovo modo di vivere insieme.

Con questo testo vogliamo proporre qualche pista di analisi sul quadro generale della situazione.

Congiuntura attuale

Alla sconfitta della lotta contro la Loi Travail dell’estate 2016 non ha fatto seguito il tradizionale “riflusso” del movimento. Il consolidamento dei nodi e delle forme di auto-organizzazione sociale non si è mai del tutto esaurito. Nel mentre, le centrali sindacali francesi hanno continuato a perseguire una strategia improntata alla difesa delle garanzie e dei diritti sociali ancora esistenti La mobilitazione dello scorso autunno contro la seconda Loi Travail promossa attraverso le ordonnances dal governo Macron ha fatto emergere una serie di limiti interni alla strategia sindacale e di movimento. Da un lato, una certa incertezza tattica, in particolare di fronte al tentativo di canalizzare quel ciclo di lotte all’interno del progetto politico diretto da Melénchon. Dall’altro, le difficoltà nelle dinamiche di conflitto espresse dal cortège de tête, all’interno del quale una certa ritualizzazione dello scontro sembra aver prevalso rispetto all’efficacia dello scontro stesso, in particolare a seguito della parziale riconfigurazione del dispositivo repressivo poliziesco.

In questo quadro, il governo ha pensato di avere le mani completamente libere: dopo le ordonnances, le aggressioni si sono moltiplicate senza sosta assumendo la forma di una vera e propria offensiva generale. La Loi Travail 1 (approfondendo la precarietà del lavoro e concentrando gli attacchi contro i sindacati e il salario diretto) e la Loi Travail 2 (smantellando i diritti sociali ed estendendo l’attacco al salario indiretto) hanno così preparato il terreno a una vasta serie di operazioni mirate, che si iscrivono complessivamente nella logica neoliberale: vasto piano di liberalizzazione e di privatizzazione del settore pubblico, riforma del BAC (maturità) e dell’accesso all’università,  legge sull’immigrazione e sul diritto di asilo, inasprimento dei controlli sui sussidi di disoccupazione, ricalcolo delle pensioni, riduzione degli APL (contributi pubblici per gli affitti).

Un programma che nasce dalle aspirazioni di Macron alla leadership europea, e che allo stesso tempo soddisfa le aspettative e le compatibilità della governance neoliberale. La Francia è infatti “in ritardo” rispetto a molti suoi vicini in termini di liberalizzazione del mercato del lavoro e di riduzione delle garanzie sociali. Sconfiggere i ferrovieri, uno degli ultimi residui del movimento operaio tradizionale, e i residui di welfare ereditati dallo Stato keynesiano consentirebbe effettivamente a Macron: 1) di affermare la sua esperienza di governo come nuovo un modello politico su sala europea; 2) di accelerare la destrutturazione delle organizzazioni sindacali in settori ancora relativamente protetti.

La battaglia di Macron contro i ferrovieri sembra in questo senso un vero e proprio all-in, che non può che ricordare i conflitti degli anni Ottanta tra l’amministrazione Reagan e i piloti aerei o quelli tra la Thatcher e i minatori. La partita che si sta giocando intorno allo statuto degli cheminots (ferrovieri) e più in generale intorno al futuro della SNCF (la società di trasporto pubblico ferroviario francese) è in questo senso uno vero e proprio spartiacque: il risultato, qualunque esso sia, comporterà un cambiamento importante dei rapporti di forza su scala europea; la sconfitta di queste lotte è decisiva per la tenuta del progetto neoliberale, mentre la vittoria del movimento potrebbe porre le basi per un nuovo ciclo di mobilitazione continentale.

Continua la lettura su Effimera 

Fonte: Effimera


Autore: 
Plateforme d’Enquêtes Militantes

Licenza: Copyleft 

Articolo tratto interamente da 
Effimera


Photo credit Mohatatou [CC BY-SA 4.0], from Wikimedia Commons


4 commenti:

  1. Caro Vincenzo, molto interessante questo tuo articolo.
    Ciao e buon fine settimana con un forte abbraccio.
    Tomaso

    RispondiElimina
  2. Interessante. La liberizzazione ? Mah, non è possibile trovare una via di mezzo? Il macron non mi convince.

    RispondiElimina

I commenti sono in moderazione e sono pubblicati prima possibile. Si prega di non inserire collegamenti attivi, altrimenti saranno eliminati. L'opinione dei lettori è l'anima dei blog e ringrazio tutti per la partecipazione. Vi ricordo, prima di lasciare qualche commento, di leggere attentamente la privacy policy. Ricordatevi che lasciando un commento nel modulo, il vostro username resterà inserito nella pagina web e sarà cliccabile, inoltre potrà portare al vostro profilo a seconda della impostazione che si è scelta.