mercoledì 7 marzo 2018

Il muro dell’apartheid



Articolo da Agenzia stampa Infopal

A cura dei Giovani Palestinesi d’Italia

Tra i tanti muri nel mondo, è famoso quello costruito da Israele nei Territori palestinesi occupati. Alto 13 metri e lungo 570 km, il muro parte dal nord della città palestinese di Tulkarem, scendendo poi verso i quartieri palestinesi di Gerusalemme fino a sud di Betlemme. Il muro dovrebbe seguire la linea di separazione tra Israele e Cisgiordania, chiamata Linea Verde, che segna le frontiere precedenti alla guerra dei sei giorni del 1967.

Nel 1987 scoppia la prima intifada, partita da Gaza, che si conclude nel 1993 con la firma degli accordi di Oslo e la nascita dell’Autorità nazionale palestinese (ANP).

La Cisgiordania viene divisa in tre aree amministrative: l’area A, sotto controllo palestinese (18% del territorio); l’area B, a controllo misto (21% del territorio); e l’area C, controllata da Israele (60% del territorio). La maggioranza della popolazione palestinese vive nelle zone A e B. Circa il 70% dell’area C – che comprende la maggior parte dei terreni agricoli, delle risorse naturali e delle terre disponibili – è di fatto a uso esclusivo degli israeliani.


Sulla costruzione del muro, Israele si appella alla legittima difesa secondo quanto disciplinato dell’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, ma la Corte Internazionale di Giustizia nel luglio del 2004 ha definito questo muro illegale costituendo in primis l’annessione de facto di territorio palestinese all’interno di Israele (a questo proposito, i dati ONU del 2015 hanno dimostrato come già il 12% del territorio palestinese sia stato inglobato all’interno di Israele), ed ostacolo al diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese, oltre a non seguire la Linea Verde.

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Fonte: Agenzia stampa Infopal


Autore: 
Giovani Palestinesi d’Italia

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Articolo tratto interamente da Agenzia stampa Infopal 




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