venerdì 2 febbraio 2018

Il parlamento polacco ha proibito l’uso della locuzione “campi di sterminio polacchi”

Articolo da Berlino Magazine

Con una storica decisione il parlamento polacco ha proibito l’uso della locuzione “campi di sterminio polacchi”

Non solo: la nuova legge – approvata ieri, giovedì primo febbraio – ha decretato che sarà passibile di sanzioni chi parlerà di parlare di collaborazione polacca con i nazisti o di singoli polacchi coinvolti nell’organizzazione dello sterminio degli ebrei. La legge si applicherà a chiunque, cittadino o non cittadino polacco, anche se fosse un sopravvissuto dei lager. Le pene previste arrivano fino a tre anni di reclusione. Forti sono state le reazioni sia da parte delle comunità ebraiche internazionali che di molti intellettuali e personaggi di spicco della società polacca.  Alcuni storici polacchi hanno espresso la loro preoccupazione per una legge che di fatto imbavaglia il dibattito storico in atto: nel corso degli anni lo Yad Vashem ha riconosciuto oltre 6.700 polacchi come Giusti tra le Nazioni, ma questo non scagiona una storia profondamente intessuta di antisemitismo assassino.

La memoria dello sterminio e del ruolo polacco


In Maus, il celebre comic book di Art Spiegelmannm, reduce dai lager e vincitore del premio Pulitzer nel 1992, si raccontava la vita dentro e fuori di Auschwitz attraverso la storia di Wlodek e di suo figlio Artie. Gli ebrei hanno il volto di topi, i tedeschi di gatti, e i polacchi di maiali. Se la metafora di gatti e topi è facile da cogliersi, lo stesso dicasi per quella polacca: i polacchi  – per Spieglmann – sono quasi sempre nemici. Se aiutano lo fanno per soldi. Una memoria, quella dell’antisemitismo polacco, suffragata da molte prove storiche: la Polonia ha conosciuto il suo ultimo Pogrom a Kielce nel luglio del 1946, oltre un anno dopo la fine dell’occupazione tedesca. Nel empo sono stati collezionati Innumerevoli racconti di ebrei consegnati agli occupanti tedeschi dai locali, a volte persino da chi inizialmente aveva accolto ebrei in cerca di rifugio.

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Fonte: Berlino Magazine

Autore: 
Serena Galié 

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Articolo tratto interamente da 
Berlino Magazine


2 commenti:

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