martedì 6 febbraio 2018

Il Museo delle Culture di Milano celebra Frida Kahlo



Articolo da BiblioMediaBlog

Dall’1 febbraio al 3 giugno 2018 il MUDEC– Museo delle Culture di Milano celebra Frida Kahlo con una nuova retrospettiva. Un’occasione per vedere in un’unica sede espositiva dopo 15 anni tutte le opere provenienti dal Museo Dolores Olmedo di Città del Messico e dalla Jacques and Natasha Gelman Collection, le due più importanti e ampie collezioni di Frida Kahlo al mondo, e con la partecipazione di autorevoli musei internazionali che presteranno alcuni dei capolavori dell’artista messicana mai visti nel nostro Paese.

Le novità della proposta vanno anche oltre: grazie alla consultazione dell’Archivio di Casa Azul, scoperto nel 2007, il curatore della mostra Diego Sileo ha strutturato un percorso espositivo che permette di andare “oltre il mito” generatosi attorno alla figura di Frida, come recita il sottotitolo stesso della retrospettiva. La mostra presenta una suddivisione analitica in quattro sezioni, ovvero Donne, Terra, Politica e Dolore: quattro cardini tematici del lavoro dell’artista ma anche della sua stessa biografia, tanto disperata ed appassionata da travalicare i confini dell’arte e diventare quasi simbolo e modello di un’epoca tutta.

Le sue opere sono emerse all’attenzione di un più vasto pubblico, negli Stati Uniti d’America e in Europa, a partire dagli anni Ottanta anche in seguito alla pubblicazione, a cura di H. Herrera, della biografia Frida: una biografia di Frida Kahlo, uno dei testi di punta della lista appositamente creata su MLOL in occasione della mostra.

È noto a tutti il sodalizio sentimentale e professionale di Frida con Diego Rivera, leader del movimento del muralismo, portavoce in ambito artistico delle tensioni sociali della rivoluzione che prende avvio in Messico nel 1914: due personalità così esuberanti che si continuarono a rincorrere in un rapporto inquieto, denso di tradimenti, fughe, comuni ideologie ed eccentricità ben raccontate dal libro Diego e Frida: un amore assoluto e impossibile sullo sfondo del Messico Rivoluzionario.

Ad aggiungere un tocco di esotismo e realismo magico alle vicende biografiche di una delle figure di spicco della storia dell’arte femminile pensa invece l’opera di Alexandra Sheiman, Il diario perduto di Frida Kahlo, che trascina il lettore in un’atmosfera fatta di ritualità, profumi intensi e slanci sanguigni e lo accompagna nella conoscenza delle amicizie e degli amori illustri di Frida (André Breton, Tina Modotti, Lev Trotsky… ).

Ma chi, meglio di Frida stessa, può raccontarci la sua storia? Pino Cacucci, nel monologo folgorante di ¡Viva la Vida!, mette in scena la sintesi infuocata di un’esistenza, la parabola di una grande pittrice con un immaginario ardente nonostante il costante dolore fisico causato dai numerosi interventi subiti. Tratte dal citato monologo sono state realizzate anche la versione teatrale, a cura di Mauro Franco, e l’audiolibro interpretato da Anita Caprioli.

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8 commenti:

  1. Ho intenzione di andare a vedere questa mostra, non sono mai stata al Mudec e sarà un'occasione anche per scoprire questo nuovo polo museale di Milano. Buona giornata.

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  2. Grazie per la segnalazione. Che è davvero interessante.
    Un abbraccio

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  3. Caro Vincenzo, è sempre interessante passare da te!!!
    Ciao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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  4. Grazie dell'informazione preziosa! Magari mi regalo un viaggio a Milano ...

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