venerdì 6 ottobre 2017

Quarto libro bianco sul razzismo in Italia


Articolo da Cronache di ordinario razzismo

Ordinario, legittimato e persino ostentato: è il razzismo dell’era 4.0. La retorica della paura, la politica strumentale, le forme di razzismo istituzionale, l’informazione scorretta, le discriminazioni e le violenze razziste popolari trovano nella rete uno spazio di incontro e di reciproca contaminazione.

I discorsi stigmatizzanti e aggressivi incoraggiano atti e comportamenti discriminatori nella vita quotidiana, ma può accadere anche il contrario: le manifestazioni di intolleranza, di xenofobia e di razzismo sono “documentate” in video, esibite e rivendicate on line. Le due donne rom chiuse in una gabbia a Follonica nel febbraio scorso, le barricate costruite per impedire l’arrivo di 12 donne e 8 bambini richiedenti asilo a Gorino nell’ottobre 2016, l’aggressione compiuta contro un richiedente asilo ad Acqui Terme il mese scorso ne costituiscono solo alcuni esempi.

Sono 1483 le discriminazioni e le violenze fisiche e verbali monitorate tra l’1 gennaio 2015 e il 31 maggio 2017 documentate in ‘Cronache di ordinario razzismo. Quarto libro bianco sul razzismo in Italia‘, presentato oggi da Lunaria a Roma alla Camera.

Il razzismo ha ucciso molte volte. Ad esempio. Muhammad Shazad Kan, cittadino pakistano di 28 anni, è stato picchiato a morte a Roma nel quartiere di Tor Pignattara il 18 settembre 2014. Roberto Pantic nella notte tra il 21 e 22 febbraio 2015 a Calcio (BG), è stato ucciso con un colpo di pistola mentre stava dormendo nella sua roulotte. Sare Mamadou è stato ucciso da un colpo di fucile in pieno petto perché ha “osato” rubare in un campo un melone marcio, a Lucera il 21 settembre 2015. Emmanuel Chidi Namdi, richiedente asilo nigeriano di 36 anni, è morto il 5 luglio 2016 a Fermo perché ha “osato” ribellarsi di fronte a un insulto rivolto alla sua compagna. Yusupha Susso, 21 anni, studente di origine gambiana, insultato, picchiato e colpito da uno sparo alla testa a Palermo nelle strade di Ballarò da un gruppo di uomini il 2 aprile 2016, si è invece salvato. Aveva “osato” protestare contro due giovani in scooter che avevano rischiato di investirlo. La stampa mainstream si affrettò a liquidare l’aggressione razzista subita come una semplice “rissa”.


Il razzismo attraversa il mondo dell’informazione: talvolta in modo esplicito, più spesso omettendo le notizie scomode o lanciando campagne stigmatizzanti. Gli sbarchi di migranti nell’Italia meridionale, la crisi umanitaria in Grecia e lungo la cosiddetta Rotta Balcanica, le indagini giudiziarie sulla gestione dei centri di accoglienza, hanno prestato il fianco al rilancio di una criminalizzazione generalizzata e stigmatizzante dei migranti, dei profughi e dei cittadini stranieri di paesi terzi stabilmente residenti in Italia, con un particolare accanimento contro i cittadini di fede musulmana, in coincidenza con i numerosi attentati che hanno colpito purtroppo l’Europa.

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Fonte: Cronache di ordinario razzismo

Autore: redazione Cronache di ordinario razzismo

Licenza: Licenza Creative Commons
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Articolo tratto interamente da Cronache di ordinario razzismo  



2 commenti:

  1. Importante non far passare il razzismo sotto silenzio o come fosse qualcosa di normale.

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    1. Purtroppo la deriva razzista non interessa solo l'Italia, ma anche il resto del mondo.

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