sabato 31 dicembre 2016

Buon anno a tutti!



La tradizione popolare ci ha tramandato un vecchio proverbio: anno bisesto, anno funesto, mai come quest'anno, la vecchia saggezza popolare ci ha preso sicuramente. 
Il 2016 è finalmente giunto al termine, sarà ricordata come l'annata dei forti terremoti nel Centro Italia, delle stragi terroristiche in Europa, dei vari referendum, del lavoro sempre più precario e sottopagato, della caduta del governo Renzi, l'ascesa di Trump, delle tante guerre nel mondo, i rifugiati e le migrazioni ecc.
Sicuramente ho dimenticato molti avvenimenti, ma voglio soffermarmi sui valori che questa società, frequentemente dimentica.
Sempre più spesso passeggiando noto in giro, troppa intolleranza e poca umanità su tutto, sembra che le persone abbiano perso i sentimenti.
Un mondo senza amore e pace, vuol dire autodistruzione. In questo giorno si leggono molti buoni propositi, ma già dopo la mezzanotte, le parole volano in aria come lanterne cinesi e tarda un vero cambiamento.
L'umanità deve assolutamente cambiare in positivo, ma soprattutto deve ritrovare i veri valori della vita, persi già da un bel po' di tempo.
Colgo l'occasione per ricordare due amiche blogger, che hanno perso la vita quest'anno lottando fino alla fine contro un grande male: Ambra e Graziella.

Lascio i miei auguri di un sereno e felice anno nuovo a tutto il mondo, ma soprattutto come terminava i discorsi Vittorio Arrigoni: restiamo umani.

Buon anno!



Il più bel discorso di fine anno

Sandro Pertini1

"Il bisogno di onestà, coerenza e altruismo
I giovani non hanno bisogno di sermoni, i giovani hanno bisogno di esempi di onestà, di coerenza e di altruismo. 
E' con questo animo quindi, giovani che mi rivolgo a voi: ascoltatemi vi prego: non armate la vostra mano.
Armate il vostro animo.
Non armate la vostra mano, giovani, non ricorrete alla violenza, perchè la violenza fa risorgere dal fondo dell'animo dell'uomo gli istinti primordiali, fa prevalere la bestia sull'uomo ed anche quando si usa in istato di legittima difesa essa lascia sempre l'amaro in bocca.
No, giovani, armate invece il vostro animo di una fede vigorosa: sceglietela voi liberamente purchè la vostra scelta, presupponga il principio di libertà, se non lo presuppone voi dovete respingerla, altrimenti vi mettereste su una strada senza ritorno, una strada al cui termine starebbe la vostra morale servitù: sareste dei servitori in ginocchio, mentre io vi esorto ad essere sempre degli uomini in piedi, padroni dei vostri sentimenti e dei vostri pensieri se non volete, che la vostra vita scorra monotona, grigia e vuota, fate che essa sia illuminata dalla luce di una grande e nobile idea."

Sandro Pertini

Tratto dal messaggio di fine anno agli italiani, 31 dicembre 1978

Photo credit Presidenza della Repubblica [Attribution], via Wikimedia Commons


No al razzismo e alla discriminazione


Articolo da Pressenza

Quest'articolo è disponibile anche in: Tedesco, Greco

In molti luoghi di questo pianeta si levano voci contro le “ondate migratorie” che colpiscono i “paesi civili”.

Persone da cui non te lo aspettavi sposano tesi sulla necessità di “fermare l’invasione”, espellere i clandestini ed altre cose del genere.

Per prima cosa vorrei manifestare il mio orrore e tristezza per questo genere di affermazioni, da qualunque parte vengano; direi che mi feriscono un po’ di più da persone amiche o a cui riconosco meriti in altri campi.

Ma mi pare più utile dare qualche sano principio per contrastare questa specie di crisi isterica dell’umanità, per lo meno della parte opulenta.

Già al parlare di principi sento il borbottio pragmatico di coloro che si “attengono alla realtà dei fatti”, gente “pratica” che si affretta a dichiarare che le ideologie sono morte, che la solidarietà era una stupidaggine buonista e cose di questo genere.

A costoro posso dire solo che sono già andati troppo lontano nella lettura di questo articolo e che possono tornare alla loro preferita rivista glamour, molto più riconfortante che la lettura dei miei editoriali.

Parliamo dunque di principi e, per esempio, della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, splendido testo scritto da donne e uomini che, usciti dagli orrori della Seconda Guerra Mondiale, vollero stabilire dei principi universali che riparassero e ci preservassero dalla tremenda violenza che aveva caratterizzato quegli anni.

Articolo 12.- Nessun individuo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, né a lesioni del suo onore e della sua reputazione. Ogni individuo ha diritto ad essere tutelato dalla legge contro tali interferenze o lesioni.

Articolo 13.– 1. Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di residenza entro i confini di ogni Stato.
  1. Ogni individuo ha diritto di lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio paese.
Articolo 14.- 1. Ogni individuo ha il diritto di cercare e di godere in altri paesi asilo dalle persecuzioni.

Vorrei sottolineare che nel dibattito attuale ci si “dimentica” dell’Art. 12: uno dei motivi originari delle migrazioni moderne è lo scarso sforzo internazionale a impedire questa interferenza. Al contrario notiamo in molti paesi “migratori” la sistematica interferenza nella vita economica e politica di quei paesi. Le inesauribili “guerre umanitarie” sono un buon esempio di questo, come il vizio di armare ribelli di ogni tipo per rovesciare governi che non godono dell’amicizia di qualcuno.
Sul 13 e sul 14 mi pare non ci sia molto da dire, se non sottolineare il fatto che sono sistematicamente disattesi.

Se infatti io, cittadino europeo, posso andare senza formalità o con formalità minime praticamente dovunque voglio, esistono cittadini di numerosi paesi per i quali questi principi non sono validi o sono molto complicati da burocrazie, attese, cavilli, ingenti richieste di denaro ed altre cose indegne della dignità umana.

Non mi pare molto complicato capire che questa violenza generi voglia, nelle persone che la subiscono, di produrre altrettanta violenza. In effetti un paio di anni fa mi è stato chiesto il visto per il Senegal.

Questo piano dei principi è importante, perché è un tema che oggi si vuol mettere in discussione; e in discussione lo mettono coloro che pensano che con meno “leggi” potrebbero fare i loro affari con miglior profitto e senza dover dare conto a nessuno.

Di fatto ci sono zone del pianeta dove la “normale” giurisdizione degli stati viene sospesa da bande multinazionali, con eserciti privati, barriere, controlli; tali bande hanno da disboscare una foresta, sfruttare una miniera, far passare un oleodotto e lo vogliono fare in barba a qualunque diritto internazionale o nazionale; e il numero dei territori dove la sovranità popolare è espropriata è in aumento nel mondo.

Questo disprezzo per le dichiarazioni di principi, per le leggi internazionali, per le convenzioni diplomatiche, per i trattati, nonché per il buon senso, è un chiaro indicatore della violenza che domina i rapporti umani in questo momento storico: violenza che è, intrinsecamente, negazione della libertà dell’altro, limitazione della sua intenzione, fino al fatto più banale e evidente della violenza fisica.

Per cui rimettere al centro i principi significa ridare valore a ogni essere umano e affermare l’utopia del futuro: un mondo senza violenza.

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Fonte: Pressenza


Autore: 
Olivier Turquet

Licenza: Licenza Creative Commons
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Articolo tratto interamente da Pressenza


L'anno che verrà


Articolo da Unimondo

Manca pochissimo ormai al countdown di fine anno. Spumante e panettone troneggiano a fianco dell’albero di Natale illuminato a intermittenza ma privo di regali, già portati in dono a familiari e amici. E se il bilancio di questo 2016 poggia ormai quasi esclusivamente sul vissuto personale, per il 2017 ci si affida ancora a quegli appuntamenti, anniversari, impegni fissati a livello nazionale e globale di cui si fornirà di seguito un rapido riepilogo.

Forte attesa c’è senz’altro per il 20 gennaio quando si terrà la cerimonia di avvio della presidenza di Donald Trump, eletto 45° presidente degli Stati Uniti d’America. La cosiddetta “inauguration” si preannuncia di tenore ben diverso rispetto a quella grandiosa di Barack Obama del 2009 e sta già dando alcune grane al neo-eletto presidente, non solo alle prese con uno scarso appoggio da parte delle stelle del panorama musicale e di Hollywood da coinvolgere nei consueti festeggiamenti di inizio mandato ma anche con numerosi manifestanti che si stanno dando appuntamento a Washington per continuare le proteste contro il magnate avviate già all’indomani dei risultati del voto.

Di scontri elettorali alla ricerca di consenso popolare sarà ricca anche l’Europa. Il 23 aprile si terrà il primo turno delle elezioni presidenziali francesi in un confronto tra Marine Le Pen del Fronte Nazionale, François Fillon per i Repubblicani e, probabilmente, Manuel Manuel Valls per i Socialisti; François Hollande, che non ha convinto affatto nel suo mandato, ha deciso di non ricandidarsi visto che i sondaggi lo accreditano come il presidente meno amato dai francesi. A settembre saranno invece i cittadini tedeschi a essere chiamati alle urne per eleggere il nuovo Cancelliere: Angela Merkel si candida al suo quarto mandato ma la proposta alternativa dei socialdemocratici con la candidatura dell’attuale presidente del Parlamento Europeo Martin Schultz potrebbe rendere ben più difficile che in passato il suo rinnovo nella carica. Seppur non è stata ancora determinata una chiara road map dopo la crisi di governo italiana a seguito delle dimissioni del premier Renzi rassegnate a fronte del netto risultato referendario del 4 dicembre, nel corso del 2017 si andrà senz’altro a votare per il nuovo parlamento: la riformulazione della legge elettorale resta il nodo cruciale delle decisioni che saranno prese in queste settimane da parte del nuovo governo guidato da Paolo Gentiloni.

Fuor da elezioni saranno inoltre determinanti alcuni processi innescati nel corso del 2016: in primis la Brexit, ossia il processo di uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea che dovrebbe concludersi in massimo 2 anni dalla manifestata dichiarazione popolare di secessione dall’UE. Le contraddizioni emerse nel fronte dell’“Exit” all’indomani del referendum del 24 giugno, l’intervento della Corte Costituzionale sulla consultazione popolare e le effettive difficoltà che incontrerebbe la Gran Bretagna sul piano finanziario, commerciale e anche demografico restano elementi di attenta valutazione ma sinora di nessun soluzione; tuttavia, nel corso del 2017, questi dovranno essere obiettivamente sciolti. Circostanza vuole che il 25 marzo di quest’anno ricorra il 60esimo anniversario dei Trattati di Roma, attraverso i quali nel 1957 sono state istituite la Comunità Economica Europea (CEE) e la Comunità Europea dell’Energia Atomica (CEEA), i primi mattoni dell’architettura che avrebbe condotto alla costruzione dell’Unione. A 60 anni dall’Europa unita lo scricchiolio che la Brexit conferisce così come gli agitati venti dell’euroscetticismo indurrebbero un severo piano di azione e di rinnovamento: purtroppo, come già detto, proprio i Paesi fondatori dell’UE nel corso del 2017 saranno più impegnati a guardare al voto nazionale che alle istanze di rinnovamento della vision europea, assenti da troppo tempo. L’accordo internazionale sul clima resta un tema di confronto e discussione mondiale: la coincidenza temporale della Conferenza mondiale sul clima di Marrakesh (COP22) e dell’elezione del presidente Trump, in campagna elettorale fautore di tesi negazioniste dell’esistenza di cambiamenti climatici mondiali, induce a prevedere un dietrofront dell’impegno preso dalla presidenza Obama a Parigi nel dicembre 2015 di una riduzione delle emissioni statunitensi di anidride carbonica. La 23° Conferenza ONU sul Clima si terrà a fine 2017 nelle Isole Fiji: per allora un chiarimento degli impegni presi dai principali Paesi industriali al mondo è d’obbligo.

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Fonte: Unimondo

Autore: 
Miriam Rossi 

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Articolo tratto interamente da 
Unimondo.org



Alcuni consigli per vivere meglio il nuovo anno


Articolo da Ambientebio

Addio 2016 e benvenuto 2017! Ecco 8 cose da lasciarsi dietro le spalle, nel 2016 appena trascorso, per vivere con serenità questo nuovo anno.

Stiamo per fare il nostro ingresso in questo nuovo anno: il 2017. Ogni capodanno, le persone fanno una lista di buoni propositi da perseguire e cose brutte da lasciarsi dietro le spalle. Ma si può dire di essere veramente pronti a questo cambiamento?

Abbiamo stilato una breve lista di cose da lasciarsi dietro le spalle, relegate nel 2016, e da non portasi assolutamente dietro in questo nuovo anno. Eccone alcune.

Relazioni distruttive

Le relazioni e i sentimenti distruttivi non solo vi rubano energia, ma sottraggono attenzione da voi stessi. Valutate bene di quali persone vi circondate: gente negativa o che passa il tempo a giudicare (se stessa e gli altri) non fa altro che “avvelenare” il vostro umore e spingervi a pensare in negativo. Jim Rohn dice: “Tu sei la media delle cinque persone con cui trascorri la maggior parte del tempo“. Vogliamo essere persone migliori? Nel prossimo 2017 circondiamoci di persone migliori.

Seguire le mode

Smettete di seguire le mode, soprattutto quelle dettate dai social network, dove ci si accanisce inutilmente sulle cose, senza cercare realmente l’origine del problema, e dove si tira fuori veramente il peggio di noi stessi. Nuotate in uno stagno diverso e avviate conversazioni costruttive.

Paura di provare


È vero: molte cose fanno paura e appaiono come un dirupo buio e profondo dentro cui saltare. La paura è uno strumento necessario per mantenerci in vita, ma in alcuni casi può diventare una prigione che non ci permette di andare avanti e migliorare la nostra vita. Cercate allora di valutare le vostre paure e comprendere quando esse servono per mantenervi al sicuro e quando invece sono irrazionali. Valutatele e, se è il caso, dategli un calcio e allontanatele, rischiando qualche volta, per cercare una vita migliore.

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Fonte: Ambientebio

Autore: 
  
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Articolo tratto interamente da Ambientebio



Proverbio del giorno


L’anno vecchio se ne va e mai più tornerà.



venerdì 30 dicembre 2016

La diligenza di Capodanno di Hans Christian Andersen


La diligenza di Capodanno

Mezzanotte suonò sopra il villaggio
nella placida piazza solitaria…
le ore sobbalzano nell’aria
per la tacita volta senza raggio;
recava da lontano, intanto il vento
come un tintinnio garrulo d’argento,
e pel villaggio solitario; errare
un trotto di cavali si sentì;
un cavallo vicino, ecco nitrì
il gabellier si sporse per guardare;
qualche finestra ancor s’illuminò
e mezzanotte, lenta, risonò.
La diligenza a dodici cavalli
arriva con dodici signori.
e tutti, presto presto, venner fuori
con valige, con scatole, con scialli;
e il primo, un vecchio tremulo e bonario:
« Lode a Dio – esclamò – siamo in orario! »
Era il trentun dicembre ed era l’ora
che l’anno vecchio, curvo, se ne va,
nel mare eterno dell’eternità
svanisce, si disperde, si scolora,
mentre vanno per ville e per tuguri
baci e abbracci, brindisi e auguri.

Hans Christian Andersen




Voglio ricordare i profili sociali di questo blog

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Morta l'attrice Debbie Reynolds


Articolo da Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto

Giovedì 29 dicembre 2016

L'attrice Debbie Reynolds è morta all'età di 84 anni a causa di un ictus. La donna si trovava a casa del figlio per i preparativi per il funerale della figlia Carrie Fisher, morta martedì dopo un attacco cardiaco.

Secondo Todd Fisher, figlio dell'attrice che ha dato la notizia ufficiale della morte della donna, la morte di Carrier Fisher le ha causato uno stress eccessivo.

« Voglio stare con Carrie »
(Le ultime parole di Debbie Reynolds)

Debbie Reynolds era salita alla ribalta per la sua partecipazione al musical del 1952 Cantando sotto la pioggia al fianco di Gene Kelly. Nel 1955 sposò il cantante Eddie Fisher da cui ebbe Carrie e Todd; nel 1958 Fisher lasciò la donna per sposare Elizabeth Taylor.


Fonte: Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto 

Autori: vari

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Articolo tratto interamente da Wikinotizie, le notizie a contenuto aperto 



2016: annus horribilis per la musica




Articolo da DinamoPress

Il 2016 si conferma annus horribilis per la musica. David Bowie, Paul Kantner, Keith Emerson, Prince, Leonard Cohen, George Michael e molti altri… L’Olimpo si riempie di grandi artisti, a noi rimane la loro arte. In questo articolo proponiamo uno Special Christmas Edition per festeggiare le feste comandate a modo nostro, parlando di musica.

Nessun coccodrillo, David Bowie ha spalancato “i cancelli del cielo” per tanti e tante, e noi per dispetto ci ascoltiamo le loro canzoni immortali…

David Bowie (8/01/1947-10/01/2016)


Un alieno sbarcato da Marte sul pianeta terra con una chitarra rock dentro al ventre. L'eroe, l'idolo di tutti i freak ribelli. Un viaggio sotto il cielo illuminato dalla luna, la sua vita: arte. Ziggy, il primo alter ego di B., non è un solitario e la sua forza musicale viene fuori dalla contaminazione artistica e umana.

“È però con The man who sold the world (1970) e Hunky Dory (1971) che prenderà forma un singolare stile di fare musica e la sua figura comincerà ad assumere nuove sembianze preparando l’imminente svolta glam. In essa è contenuta la quintessenza politica della sua opera: se fino ad allora il rock aveva permesso ai figli della working class di liberare le movenze del corpo, di sperimentare sex and drugs, e, in alcuni casi, la ricchezza, il glam fa dei proletari la «nuova aristocrazia». Un’anarchia incoronata, per dirla con Artaud, dove l’alto e il basso sono l’effetto di una «distribuzione folle» dei posti e delle identità. Dietro le maschere, i rossetti e i colori sgargianti, non bisogna vedere alcuna trasgressione dunque, quanto una rivendicazione politica”.

Bowie, il Duca Bianco, l’artista camaleontico per eccellenza, non solo esteticamente, continua a sorprenderci sempre tra gli anni ‘70 e gli ’80 (quelli del successo di massa). Una volta con un rif di chitarra ipnotico che risuona come un diapason nello spazio, in uno degli assoli più incredibili della storia della musica (Moonage daydream), una volta con una disamina della storia americana recente attraverso “the picture window” a ritmo di sax (Young Americans)…

L’alieno osserva l’umanità stretto nel costume di paillettes con uno sguardo attento. “You can be mean” (Heroes), possiamo non essere sempre in gara l’uno contro l’altro nel girone dei meritevoli, in fondo siamo semplicemente umani, che a volte diventano re e regine per un giorno solo se amano. “Silhouettes and shadows watch the revolution” (Scary Monsters), ma possiamo anche scomodare Emma Goldman nell’interpretare il messaggio di B., “If I can’t dance it’s not my revolution”… sessuale, culturale etc… In parte l’uomo delle stelle giunto da una galassia lontana, sembra averci suggerito questo, dunque… Let’s dance! Continuiamo a ballare nel pianeta terra, freaks di ogni specie viventi nel tempo e nello spazio.

“Non disperiamo dunque della sua scomparsa e smettiamola di essere tristi: il potere impersonale della metamorfosi a cui David Bowie ha prestato il nome, non può essere fermato certo dalla morte. Può farlo solo la noia e la stanchezza”.

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Fonte: DinamoPress


Autore: 
Ambra Lancia


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Articolo tratto interamente da DinamoPress

Citazione del giorno


"E' curioso a vedere che quasi tutte le persone che valgono molto hanno le maniere semplici; e che quasi sempre le maniere semplici sono prese per indizio di poco valore."

Giacomo Leopardi


Los Angeles in 10K

PANO | LA - 10K from SCIENTIFANTASTIC on Vimeo.

Photo e video credit  caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons


Cieli notturni

starry night 2016 from darwinfish105 on Vimeo.

Photo e video credit darwinfish105 caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons 


Principali eventi del 2016 secondo Wikipedia (parte 2)

Terremoto centro Italia 2016 - Amatrice - corso Umberto I (29288060036)

Luglio

Agosto

Settembre

Ottobre

Novembre

Dicembre

Nb: foto evento


Questo articolo è pubblicato nei termini della GNU Free Documentation License. Esso utilizza materiale tratto da Wikipedia, l'enciclopedia libera.



Principali eventi del 2016 secondo Wikipedia (parte 1)

Bruxelles est (re)belle - 22 mars 2016

Gennaio

Febbraio

Marzo

Aprile

Maggio

Giugno


Nb: foto evento

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giovedì 29 dicembre 2016

Questo blog riprende le pubblicazioni



Sono da poco tornato e voglio avvisare gli amici e lettori di questo blog, che tra poco riprenderanno le consuete pubblicazioni.

Visto il poco tempo a disposizione non riesco a passare nei vostri blog, ma voglio ringraziarvi per gli auguri e i commenti che mi avete lasciato in mia assenza.




giovedì 22 dicembre 2016

Buone feste!


Cari amici e lettori di questo blog, anche quest'anno, mi concedo un periodo di vacanze dal blog.

Questo spazio resterà in pausa dal 23 al 29 dicembre (salvo imprevisti), se tutto va bene, tornerò prima della fine dell'anno.

Voglio inoltre ricordare, che tutti i commenti in moderazione, saranno pubblicati al mio ritorno.

Nella speranza di leggere meno notizie negative, ma finalmente qualcosa di positivo, voglio augurarvi delle serene feste a voi e alle vostre famiglie.




Non c’è luogo più calmo...


"Non c’è luogo più calmo e tranquillo della propria anima, tanto più per chi ha dentro princìpi tali che gli basta volgersi ad essi per trovare subito la serenità, la quale non è altro che il giusto ordine interiore. Concediti dunque spesso questo tipo di ritiro e rinnova continuamente te stesso: bastano brevi ed elementari riflessioni per liberarti da ogni angustia e restituirti alla vita quale essa dev'essere, cioè senza fastidio o avversione di sorta."

Marco Aurelio

Non son certo le fiabe, i sogni o Babbo Natale a distruggere questo mondo


Articolo da Comune-info 
di Alessio Di Florio*

La rivista Lancet psychiatry ha pubblicato un articolo secondo cui lasciar credere ai bambini che esista Babbo Natale provoca un danno, secondo i ricercatori, anche perché intacca la fiducia incondizionata che i figli ripongono nei propri genitori.

Le conclusioni della benemerita rivista non suscitano sorpresa ma intristiscono profondamente. Al di là di ogni possibilità valutazione psicologica scientifica, sarebbe fin troppo facile fermarsi a ricordare una banalissima realtà della vita quotidiana: milioni di bambini crescono serenamente e in armonia con i genitori nonostante gli venga raccontato (e fatto credere a) Babbo Natale.

Vale la pena andare oltre e citare uno degli editoriali più coraggiosi e straordinari del giornalismo mondiale di tutti i tempi. Francis Pharcellus Church il 21 settembre 1897, rispondendo in un editoriale del New York Sun alla lettera di Virginia (giovanissima figlia di un lettore abituale del giornale), scrisse che “Babbo Natale esiste”, esattamente come “l’amore, la generosità e la devozione” che esistono per donare alla vita “bellezza e gioia”. E se così non fosse, “come sarebbe triste il mondo” perché “non ci sarebbe nessuna fede infantile, né poesia, né romanticismo a rendere sopportabile la nostra esistenza. Non avremmo altra gioia se non quella dei sensi e dalla vista. La luce eterna con cui l’infanzia riempie il mondo si spegnerebbe”. Nessuno lo ha mai visto, nessuno lo ha mai toccato, nessuno ci ha mai parlato, ma questo non cambia nulla. “Nessuno può concepire o immaginare tutte le meraviglie del mondo che non si possono vedere. Puoi rompere a metà il sonaglio dei bebé e vedere da dove viene il suo rumore, ma esiste un velo che ricopre il mondo invisibile che nemmeno l’uomo più forte, nemmeno la forza di tutti gli uomini più forti del mondo, potrebbe strappare. Solo la fede, la poesia, l’amore possono spostare quella tenda e mostrare la bellezza e la meraviglia che nasconde”.


Secondo Church i compagni di Virginia non credevano in Babbo Natale perché vittime dello “scetticismo tipico di questa era piena di scettici”. Come non pensare alla nostra attuale epoca storica, come non pensare ai nostri tempi odierni? Viviamo anni nei quali continuamente vien ripetuto che non si crede più in nulla, che è inutile avere ideali e utopie. Eppure milioni di persone, ad ogni latitudine e longitudine del Pianeta ogni giorno si lasciano guidare dalla solidarietà, dall’amore, dalla ostinata ricerca di giustizia e pace per questo nostro mondo. Senza mai arrendersi. Sono la dimostrazione che c’è qualcosa che va oltre le umane convinzioni, i quotidiani scetticismi, gli aridi materialisti di chi non vuol volare in alto. Sono coloro che dimostrano che oltre la tenda la fede, la poesia, l’amore, la bellezza, esistono e ci accompagnano.

Cos’altro può guidare, ad esempio, i comitati della “Terra dei Fuochi”, don Maurizio Patriciello e le migliaia di famiglie che hanno visto morire di tumore anche bambini di pochi mesi, se non qualcosa di più grande e forte di ogni concretezza umana? Cosa può aver spinto, Mario Ciancarella e l’Associazione Antimafie Rita Atria nella ricerca di verità e giustizia per Ustica e tutte le sue vittime se non fortissimi ideali e l’incrollabile convinzione che sia sempre possibile lottare per migliorare questo nostro mondo?

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Fonte: Comune-info  


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Articolo tratto interamente da 
Comune-info