lunedì 24 ottobre 2016

Aria sempre più irrespirabile


Articolo da Unimondo

Da Pechino a Kathmandu, recentemente ho avuto occasione di condividere con alcune persone alcuni scambi opinioni riguardanti le… caccole del naso. Già, perché i discorsi seri cominciano spesso da particolari apparentemente insignificanti, curiosi, di poco conto. Per esempio dalle sensazioni che ti raccontano gli amici al ritorno dai loro viaggi, che ogni tanto riguardano anche situazioni quotidiane e molto semplici, come ad esempio soffiarsi il naso e realizzare che le secrezioni nasali che produci sono nere. Nere di polvere, smog, inquinamento. Nere di respiri talmente abituali da essere ignorati, ma da ritornare sotto la lente dell’attenzione per alcune occasionali conseguenze che innescano pensieri globali.

Perché in fondo sarà successo a molti… una serata in una palestra polverosa, un pomeriggio sul cantiere della ristrutturazione di casa, un giorno durante un trasloco. Le “polveri” ci invadono, ma non ci facciamo caso, perché abbiamo sempre un posto migliore dove rifugiarci, dove ripulire i polmoni e ringraziare le vibrisse. A volte, però, un luogo migliore dove andare non c’è, se l’aria grigia che respiri non è quella di un luogo circoscritto e temporaneo ma è quella della città in cui vivi, del mondo che abiti.

Bene, gli ultimi dati diffusi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità ci dicono qualcosa proprio su questo punto, e purtroppo non è affatto qualcosa di buono. Da quello che hanno chiamato Ambient air pollution. A global assessment of exposure and burden of disease emergono infatti dati agghiaccianti. Si tratta di uno studio dettagliato che ha come oggetto la contaminazione dell’aria esterna ed interna da parte di agenti chimici, fisici o biologici che modifichino le naturali caratteristiche dell’atmosfera e che, per i risultati emersi, offre un quadro per nulla confortante: a livello globale, oltre 9 persone su 10 respirano aria inquinata, che danneggia inesorabilmente la loro salute, quando non li uccide. Sono milioni infatti le persone morte a causa di solfati, nitrati e carbone che in corpuscoli minuscoli e ad alta densità introduciamo regolarmente nel nostro corpo. E che queste particelle abbiano impatti negativi anche in concentrazioni ridotte lo conferma il fatto che non sia stata identificata una soglia sotto la quale non si osservi alcun danno alla salute. Se guardiamo i dati forniti, ci accorgiamo ancor più di quanto tali rilevazioni non dovrebbero passare inosservate – cosa che invece purtroppo accade.

In Italia non ce la passiamo affatto bene se consideriamo una panoramica dell’Europa occidentale, anzi siamo il fanalino di coda, in particolare per quanto riguarda la Pianura Padana, che raggiunge i livelli di alcune tra le aree più inquinate del mondo. Quel che è peggio è che in Italia non compaiono “zone franche” e pulite, come accade invece in altri Paesi del Continente, ad esempio in Spagna, Francia, Scozia, Irlanda e altri Stati del nord. Che questi siano i risultati anche di un disinteresse generale da parte della politica è evidente: i rischi derivanti da fattori ambientali non sono percepiti come rilevanti e non occupano posti prioritari nelle scelte delle amministrazioni, pur rappresentando – e sono gli stessi esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità a confermarlo – un fattore grave nell’incidenza dei decessi. Ogni anno nel mondo sono circa 3 milioni i morti a causa dell’inquinamento dell’aria e, dagli infarti al cancro ai polmoni, le particelle note come PM2.5 e PM10 – misurate da una comparazione di dati satellitari e territoriali - sono la causa di una serie di complicazioni e malattie che, nei casi migliori, si manifestano con gravi infezioni respiratorie.

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Fonte: Unimondo

Autore: 
Anna Molinari 

Licenza: Licenza Creative Commons
This opera is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 2.5 Italia License.

Articolo tratto interamente da 
Unimondo.org



6 commenti:

  1. il sfruttamento dei capitali per moltiplicarli! Risultato rovinare l'ambiente.
    Ciao e buona settimana caro amico.
    Tomaso

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  2. Buongiorno Cavaliere ... leggevo con interesse questo articolo ... tra l'altro ironicamente vero! (parlando di caccole!!^__^) ... il vero problema sta nel fatto dell'informazione che SI ha preso largo spazio parlando benissimo di cause e conseguenze come quest'articolo davvero ben strutturato, ma non ancora ben compreso da molti! Non parliamo poi come al solito, per non fare del qualunquismo, delle grandi istituzioni che si muovono poco! Lo fanno, non perché sono "sordi" alle richieste della "natura" e delle persone, ma perché l'interesse di fondo, quello economico e lucroso, è più forte di qualunque altra cosa!! come sempre, in nome del "dio" denaro, si fa qualunque cosa ... tanto, va per la maggiore l'idea che comunque la vita è destinata a finir per tutti, quindi perché adoperarsi per un ambiente che poi tanto alla fine non potremo goderci se non in terreno fertile? ... a nessuno, (ed è qui la cosa grave), importa dei tumori ai polmoni, o alla pelle ecc. moriamo tutti, questa è tristemente l'unica statistica vergognosa. Scusa se ho scritto troppo! a presto. ^__^

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  3. non impariamo non c'è niente da fare

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  4. Ho settanta anni compiuti e prima di morire, se mi va bene fra 10 o 15 anni, vorrei vedere un vero cambiamento positivo, o almeno l'inizio, in questo nostro bellissimo pianeta.

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  5. Viviamo nell'indifferenza ambientale

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  6. Anche qui c'è da impare, e pensare seriamente l'uscita dal capitalismo ... è una question di sanità (fisica, mentale, culturale ...).

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