mercoledì 26 febbraio 2014

Scegli il tuo film vincitore oppure nominato ai premi Oscar



Mancano pochi giorni alla consegna del premio Oscar e oggi vorrei farvi scegliere uno o più film, che hanno partecipato nelle passate edizioni. Invito tutti gli amici a scegliere i vostri preferiti e mi raccomando di condividere questo post nei vostri blog e profili.



Nuove forme



"Ogni volta, infatti, che riteniamo che rimanga una qualche verità da conoscere, un qualche bene da raggiungere, noi sempre ricerchiamo un'altra verità ed aspiriamo ad un altro bene. Insomma l'indagine e la ricerca non si appagheranno nel conseguimento di una verità limitata e di un bene definito. Nello stesso modo la materia particolare, sia essa corporea o incorporea, non assume mai una struttura definitiva, e non essendo paga delle forme particolari assunte in eterno, aspira nondimeno in eterno al conseguimento di nuove forme."

Giordano Bruno
 
 

Morto il chitarrista Paco de Lucía

Paco de Lucia 1

Articolo da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Francisco Sánchez Gómez, in arte Paco de Lucía (Algeciras, 21 dicembre 1947 – Cancún, 26 febbraio 2014), è stato un chitarrista e compositore spagnolo. È stato uno dei più grandi chitarristi di flamenco.
Paco de Lucía (Francisco Sanchez) nasce ad Algeciras, in provincia di Cadice Andalusia (Spagna) figlio di Lucía Gómez e Antonio Sánchez. Il nome d'arte Paco è il diminutivo di Francisco e il cognome de Lucia è in onore della madre. Egli è nato immerso nella cultura flamenca che ha appreso ancor prima gli venissero impartite lezioni pratiche. Inizia ad apprendere a suonare la chitarra all'età di cinque anni dal padre e dal fratello Ramon de Algeciras ((entrambi chitarristi di flamenco)) che ne fanno un'attività necessaria per il sostentamento della famiglia. Il suo maestro è stato il chitarrista Niño Ricardo (Manuel Serrapí Sánchez) e tra i suoi parenti annovera uno zio Sabicas (Agustín Castellón Campos), altro importantissimo chitarrista.
All'età di soli 11 anni abbandona la scuola per dedicarsi completamente alla chitarra e si esibisce per la prima volta in pubblico, ospite di una radio locale (Radio Algecíras). Tre anni dopo insieme al fratello Pepe, forma il duetto Los Chiquitos de Algecíras che gli fa vincere addirittura un premio speciale della giuria.
Nel 1962 si trasferisce a Madrid con la famiglia e poi parte per gli Stati Uniti per il suo primo tour con il fratello. Dopo il periodo dei primi concerti, nel 1965 avvia una serie di collaborazioni musicali con vari artisti: il fratello Ramon de Algeciras, Ricardo Modrego e A. Fernández Díaz Fosforito con il quale incide la Seleccion Antologica del Cante Flamenco. Nel 1966 parte di nuovo in tour e l'anno seguente incide il suo primo album da solista La fabulosa guitarra de Paco de Lucía.
Nel 1968 avviene l'incontro con Camarón de la Isla con il quale inciderà ben 12 album. La lunga serie di concerti e il successo ottenuto gli permetterà arrivare a suonare il 18 febbraio 1977 al Teatro Real di Madrid, luogo fino ad allora in cui non si era mai esibito prima nessun chitarrista di flamenco.
Nella metà degli anni settanta conoscerà alcuni personaggi molto importanti per la sua evoluzione artistica tra cui Al Di Meola, John McLaughlin, Larry Coryell e Chick Corea. Si sposerà nel 1977 con Casilda Varela.
Nel 1980 incide con John McLaughlin e Al Di Meola Friday Night in San Francisco un album che a tutt'oggi ha venduto più di cinque milioni di copie.
Nel 1981 con Ramón de Algeciras, Pepe de Lucía, Rubén Dantas, Carles Benavent e Jorge Pardo inciderà un album rivoluzionario per la musica flamenca Solo quiero caminar. Nel 1996 si riunisce dopo 13 anni con John McLaughlin e Al Di Meola con i quali inciderà The Guitar Trio. Nel 1998 incide l'album Luzia, dedicato alla madre scomparsa dove per la prima volta possiamo sentire la sua voce come cantaor. Nel 2004 gli viene conferito il Premio Príncipe de Asturias nell'Arte il 23 marzo 2007 dall'Università di Cadice e l'8 maggio 2010 il Berklee College of Music di Boston gli conferiscono il titolo di Dottore Honoris Causa per il suo contributo musicale e culturale.
Il 26 febbraio 2014 muore all'età di 66 anni su una spiaggia messicana a causa di un infarto.

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Photo credit montuno (Paco de Lucía 1) [CC-BY-SA-2.0], via Wikimedia Commons

Notizie dal web




Ricorsi contro il regolamento Agcom sul diritto d'autore


Articolo da PuntoInformatico.it

Roma - Il regolamento che entrerà in vigore il prossimo 31 marzo, e che attribuisce all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (AGCOM) poteri di vigilanza e di ispezione sui contenuti che violano il diritto d'autore online, dovrà affrontare il giudizio del tribunale amministrativo (TAR) del Lazio.

Il discusso regolamento che modifica la legge sul diritto d'autore attribuendo al Garante un ruolo che è stato definito da "sceriffo della Rete" ha sollevato diverse critiche: già aveva dichiarato battaglia Marco Pierani di Altroconsumo che ha definito il testo "gravemente lesivo dei diritti civili niente a favore della promozione del mercato legale, solo ottuso enforcement", ed i sindacati avevano chiesto chiarimenti sul personale che dovrà caricarsi i nuovi compiti legati alle procedure antipirateria. Inoltre in Parlamento sono state già depositate due proposte di legge sul diritto d'autore per affrontare la questione della competenza dell'AGCOM: una a firma di Mirella Liuzzi (M5S), una di Felice Casson (PD).

Da ultimo sono state le associazioni Anso (Associazione nazionale stampa online), Femi (Federazione Media digitali indipendenti) e Open Media Coalition, rappresentate da Guido Scorza, Ernesto Belisario e Maria Laura Salvati, a mettere in dubbio la legittimità delle disposizioni adottate dall'Authority rivolgendosi direttamente al Tar del Lazio.

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Fonte: PuntoInformatico.it


Autore: Claudio Tamburrino

Licenza: Licenza Creative Commons
Questo opera è distribuito con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Condividi allo stesso modo 2.5 Italia.


Articolo tratto interamente da PuntoInformatico.it

Dolomiti in HD


Dolomiti - Alto Adige from mLufotos on Vimeo.

Photo e video credit  caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons


Suoni della natura


Relaxing Nature's Sounds and Calming Music (Short) from Josep Monter Martinez on Vimeo.


Photo e video credit Josep Monter Martinez caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons

Proverbio del giorno


 Chi pianta spine non si aspetti di raccogliere rose.

Proverbio arabo
 
 

martedì 25 febbraio 2014

Non c'è dubbio...



"Non c'è dubbio (lo si vede dai risultati) che la televisione sia autoritaria e repressiva come mai nessun mezzo di informazione al mondo. Il giornale fascista e le scritte sui cascinali di slogan mussoliniani fanno ridere: come (con dolore) l'aratro rispetto a un trattore. Il fascismo, voglio ripeterlo, non è stato sostanzialmente in grado nemmeno di scalfire l'anima del popolo italiano; il nuovo fascismo, attraverso i nuovi mezzi di comunicazione e di informazione (specie, appunto, la televisione) non solo l'ha scalfita, ma l'ha lacerata, violata, bruttata per sempre."

Pier Paolo Pasolini


Tratto da un’intervista al Corriere della Sera, 9 dicembre 1973.

Fantasia di John Keats


Fantasia

Lascia sempre vagare la fantasia,
È sempre altrove il piacere:
E si scioglie, solo a toccarlo, dolce,
Come le bolle quando la pioggia picchia;
Lasciala quindi vagare, lei, l’alata,
Per il pensiero che davanti ancor le si stende;
Spalanca la porta alla gabbia della mente,
E, vedrai, si lancerà volando verso il cielo.

John Keats

Immagine del giorno

Northern Lights

 L'aurora boreale

Photo credit Shutter Runner caricata su Flickr - licenza foto: Creative Commons





sabato 22 febbraio 2014

L'illusione


"La rapidità con cui una notizia viene fornita dà l'illusione di vivere al centro degli avvenimenti, ma significa soltanto che siamo sottoposti a una propaganda ancora più intensa. Quando gli avvenimenti sono istantanei e appassionanti, ci lasciamo trascinare dal loro flusso. Secondo me la superficialità, non la rapidità, incide sulla percezione del presente. Ma si fa di tutto per cancellare ogni memoria."

Noam Chomsky

 

Si è spento Francesco Di Giacomo

Francesco Di Giacomo

Articolo da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Francesco Di Giacomo (Siniscola, 22 agosto 1947 – Zagarolo, 21 febbraio 2014) è stato un cantante italiano, voce solista, dal 1971, del gruppo Banco del Mutuo Soccorso. Fu avvicinato da Vittorio Nocenzi, alla ricerca di un cantante, durante il Festival Pop di Caracalla, insieme a Marcello Todaro e Renato D'Angelo, tutti provenienti dal gruppo "Le Esperienze".
Nel 1989 ha prodotto il disco da solista Non mettere le dita nel naso, in collaborazione con gli altri musicisti del Banco del Mutuo Soccorso e a Sam Moore.
Viveva nella campagna romana. Era un grande esperto di cucina regionale, tanto da aver tenuto anche dei corsi. Inconfondibile voce tenorile, ha compiuto studi da autodidatta ed è autore di gran parte dei testi del gruppo. Ha inoltre scritto la poesia composta dai titoli delle canzoni dell'album ...di terra.
È apparso in tre lavori di Federico Fellini: Satyricon (1969), in una breve sequenza dove, dentro un'insula, in un vicolo di Roma, accenna una melodia su uno strumento a corde; Roma (1972), nella parte di un compare del protagonista nella scena del bordello; Amarcord (1973), nella parte di un addetto alla sicurezza del califfo in soggiorno al Grand Hotel di Rimini. In relazione alla comparsata per Satyricon, il 14 dicembre 1968 intervenne in video, in occasione della 12ª puntata di Canzonissima, durante il collegamento televisivo realizzato tra il set allestito a Cinecittà e lo studio televisivo al Teatro delle Vittorie.
È morto a Zagarolo, in provincia di Roma, il 21 febbraio 2014, all'età di 66 anni, per un incidente stradale avvenuto nel tardo pomeriggio, mentre era alla guida della sua auto.

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Photo credit Roberto Scorta (Francesco Di Giacomo - BMS - live in Frascati) [CC-BY-2.0], attraverso Wikimedia Commons

Comunicato Forum Italiano Movimenti per l’Acqua: il regalo agli inquinatori sulle bonifiche è legge




Comunicato da Forum Italiano Movimenti per l’Acqua
 
Dopo il passaggio in Senato è diventata legge dello Stato l'incredibile norma contenuta nel Decreto Destinazione Italia volta a regalare nei Siti di Interesse Nazionale per le Bonifiche miliardi di euro ai privati, anche ai peggiori inquinatori, pure se rei confessi e condannati in via definitiva.
La modifica apportata dalla maggioranza alla Camera non ha risolto nulla ponendo solo un limite all'uso delle risorse pubbliche da parte del privato che dovrà usare il denaro ricevuto per coprire le spese degli investimenti in nuovi impianti e non per le bonifiche che dovrebbero rimanere a suo carico. Anche gli inquinatori più incalliti, responsabili delle devastazioni del paese e dei danni alla salute per i cittadini, vengono premiati con il sostegno ai loro profitti.
Resta inoltre intatto, in tutta la sua gravità, il problema del condono mascherato contenuto nella norma. Una volta firmato l'accordo di programma che destina il denaro al privato qualora venisse scoperta una situazione più grave di inquinamento rispetto a quella fino ad allora accertata (situazione assai comune) non potrebbe più essere messa a carico del privato inquinatore.
Infine resta la norma che fa diventare di interesse pubblico qualsiasi nuovo impianto proposto dal privato nell'area inquinata (anche inceneritori, raffinerie ecc.) con lo Stato che finanzierà sia con denaro a fondo perduto sia con credito d'imposta per la parte restante, interventi che condannano definitivamente ad un triste destino di devastazione aumentando la pressione antropica sui siti. Queste sono aree che invece dovrebbero rinascere con interventi di riqualificazione ambientale e  che dovrebbero essere invece portate a nuova vita come accaduto in Germania e in altri paesi con azioni ben diverse, come la realizzazione di parchi tematici, aree verdi, ecomusei.
I prossimi passi delle lotte saranno presto condivisi con movimenti ed associazioni. In ogni caso provvederemo a denunciare alla Commissione Europea quanto accaduto per farne un caso nella comunità. Apriremo uno scontro sui singoli accordi di programma che dovessero essere approvati nelle singole aree nei prossimi mesi. La lotta è solo all'inizio.
 
Roma, 21 febbraio 2014


Fonte: Forum Italiano Movimenti per l’Acqua

venerdì 21 febbraio 2014

A se stesso di Giacomo Leopardi


A se stesso

Or poserai per sempre,
Stanco mio cor. Perì l'inganno estremo,
Ch'eterno io mi credei. Perì. Ben sento,
In noi di cari inganni,
Non che la speme, il desiderio è spento.
Posa per sempre. Assai
Palpitasti. Non val cosa nessuna
I moti tuoi, nè di sospiri è degna
La terra. Amaro e noia
La vita, altro mai nulla; e fango è il mondo
T'acqueta omai. Dispera
L'ultima volta. Al gener nostro il fato
Non donò che il morire. Omai disprezza
Te, la natura, il brutto
Poter che, ascoso, a comun danno impera
E l'infinita vanità del tutto.

Giacomo Leopardi

 

La piaga dell'amianto in Cina


Articolo da China Files

Sveglia presto per andare a lavoro, uno sguardo fuori dalla finestra. Oggi non tira il vento e il cielo di Pechino è nuovamente pallido e nebbioso. Una rapida occhiata all’Indice di Qualità dell’Aria (AQI) giusto per aver conferma di quanto i nostri occhi e polmoni constatano naturalmente: anche oggi serve la mascherina, l’indice è nuovamente sopra i 300.

Sulla strada gran parte delle persone pare non curarsi di tutto ciò, corre e fa attività fisica normalmente. Un camion scarica quintali di pannelli polverosi sul marciapiede accanto a dei bambini che giocano a rincorrersi. Penso di aver già visto quei pannelli, quando li smaltirono nel panificio di famiglia, e poi subito realizzo e premo la mascherina con la mano trattenendo il respiro mentre passo in mezzo a quella nube polverosa ed estremamente cancerogena composta da fibre di amianto.

Sapevo che chi respira l’amianto (shímián lett. “cotone di pietra”) ha grandi possibilità di imbattersi in gravi forme di cancro anche dopo 40 anni. Sapevo anche che la Cina era la più grande consumatrice di amianto al mondo (circa 600mila ton/anno), e che anche gli USA permettono ancora il suo utilizzo anche se con restrizioni. Eppure vedere degli operai, dei ragazzini, che si suicidano con le loro stesse mani mettendo al repentaglio inconsapevolmente la vita di tutti coloro che li circondano mentre lavorano, e persino la vita di chi gli lava i vestiti, è come un pugno allo stomaco, una brutta indigestione di consapevolezza.

Li Qiang, direttore esecutivo di China Labor Watch, che monitora le violazioni sul posto di lavoro, ha dichiarato che le linee guida del Governo cinese offrono protezioni e tutele per i lavoratori. Tuttavia, nonostante Pechino nel 2004 abbia consentito l’utilizzo di materiali privi di asbesto in campo edile e proibito nuove costruzioni in amianto, nel resto della Cina l’utilizzo del crisotilo è in ampio sviluppo. Nel 2010, la più grande lobby cinese della produzione industriale di asbesto ha nuovamente ribadito che l’amianto è un materiale sicuro di cui gli effetti dannosi vengono esagerati in maniera del tutto infondata.

Jukka Takala, direttore dell’Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul posto di Lavoro (OSHA) afferma che entro l’anno 2035 sono previsti più di 15mila decessi legati al mesotelioma, al cancro ai polmoni e ad altre malattie correlate all’utilizzo dell’amianto. Del resto, in Cina vi sono oggi più di 30 miniere di amianto che danno lavoro a circa 120 mila persone.

Più di un milione di operai si occupano della lavorazione dell’asbesto, mentre altri 800 mila smantellano navi costruite con parti in amianto per poi riciclarle. Ogni giorno 80 milioni di persone entrano in contatto con questo materiale nelle loro abitazioni. Nella sola provincia dello Zhejiang, nel 2008, gran parte delle supervisioni delle officine che lavorano il crisotile danno esiti insufficienti. Le precauzioni e le mascherine utilizzate non proteggono adeguatamente, a tal punto che ben 5 lavoratori su 8 presentano gravi problemi ai polmoni.

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Fonte: China Files

Autore: Gian Luca Atzori

Licenza: Licenza Creative Commons

Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported.

Articolo tratto interamente da China Files



Proverbio del giorno

 
Chi non sa non dubita, e chi non dubita non intende.
 
 

La Valle della Morte


Death Valley from deloprojet on Vimeo.

Photo e video credit deloprojet caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons

Le gelate invernali


The first (delayed) frosts from Siim Janes on Vimeo.

Photo e video credit  caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons


giovedì 20 febbraio 2014

Gli occhi vedono solo ciò che è limitato



"Non dar retta ai tuoi occhi, e non credere a quello che vedi. Gli occhi vedono solo ciò che è limitato. Guarda col tuo intelletto, e scopri quello che conosci già, allora imparerai come si vola."

Richard Bach
 
 

È uscito Be-CREATIVE n.4!


mercoledì 19 febbraio 2014

Grecia: prove di economia sociale

Attica 06-13 Athens 36 View from Lycabettus

Articolo da Unimondo.org

Una donna ha in mano due cime di broccoli e una busta di verdura e dice di non avere i soldi per comprare nemmeno i generi di prima necessità: “Ho una pensione di 600 euro con cui dobbiamo vivere io e i miei tre figli disoccupati”. Un uomo, prima elettricista, afferma di essere disoccupato da tre anni. “Ho fatto di tutto senza riuscire a trovare un lavoro stabile. Ora con una busta di pomodori e una cima di broccolo, io e mia moglie, andremo avanti per una settimana”. E poi “Capita sempre più spesso di vedere persone che rovistano nei cassonetti alla ricerca di qualcosa ancora buono da poter mangiare”, anche loro sono parte dell’enorme schiera di quelle persone, fino a poco tempo fa considerate “normali”, rimaste vittime di una crisi economica che ha distrutto migliaia di famiglie. Scene e frasi delle cronache greche degli scorsi mesi la cui economia ha subito un crollo del 25% dal 2008 a oggi. Tradito dal capitalismo e da un mercato senza regole, oltre che da una notevole dose di corruzione, una gestione quantomeno allegra delle finanze pubbliche e da delle richieste di rigore sproporzionato da parte degli organismi internazionali la Grecia prova ora a ripartire puntando sull’iniziativa dei cittadini.
Perfino il New York Times lo scorso mese è andato a vedere cosa succede a questa parte dell’economia Greca, che sta cercando di valorizzare le imprese sociali, i gruppi di acquisto solidali, i collettivi e il volontariato estromettendo dal mercato qualunque attore tradizionale, sia esso la grande distribuzione, lo pubblica amministrazione, le associazioni di categoria  o qualunque altra organizzazione che non siano i produttori e i consumatori stessi. Gli esempi riusciti non mancano. Savvas Mavromatis proprietario di una piccola azienda familiare che produce detergenti non ha mai avuto pensieri anticapitalisti ed era molto scettico davanti ai teoremi di attivisti che lottano “per eliminare i profittatori del mercato”. Ma, nel tentativo di mantenere la sua attività a galla, sotto il peso delle fatture non pagate e delle continue richieste di tangenti ha deciso lo scorso anno di provarci e ha iniziato a vendere i suoi prodotti attraverso il Voluntary Action Group (un collettivo senza scopo di lucro) direttamente ai consumatori invece che ai negozi e ai commercianti come aveva sempre fatto . Un piccolo e donchisciottesco gruppo quello dei Voluntary Action Group, che non si definisce comunista o anticapitalista, ma che si propone l’obiettivo di aiutare le persone a sopravvivere e spesso ci riesce. Quattordici mesi dopo, infatti, Mavromatis può dire di aver salvato la sua azienda dalla crisi economica grazie a questa rete contraria agli intermediari che sorprendentemente è riuscita nel tentativo di ridefinire alcuni termini del commercio.
Le iniziative sperimentali come quelle seguite da Mavromatis, portate avanti tra l’altro anche dagli attivisti del discusso partito Syriza, sono sorte ai margini di molte città in varie parti della Grecia. Anche se non sembrano poter offrire una soluzione a lungo termine, e sono troppo piccole per alterare la forma complessiva dell’economia, rappresentano uno sforzo per affrontare una crisi economica ben diverso dalle strumentalizzazioni politiche della beneficenza di Alba Dorata e delle sue distribuzioni di cibo ai soli greci. Spuntano così qua e là coordinamenti di consumatori molto simili per certi versi ai nostri Gruppi di Acquisto Solidale (Gas), assolutamente non profit, che si rivolgono direttamente ai produttori e concordano con loro un prezzo basso e fisso per alcuni prodotti essenziali, accettando pagamenti solo in contanti “per non ingrassare le banche”. I soci del coordinamento effettuano gli ordini su un sito, l’associazione trattiene una piccola parte per le spese, ma la distribuzione della merce è a costo zero perché è effettuata da volontari, occupati o disoccupati, che lavorano su turni.

Continua la lettura su Unimondo

Fonte: Unimondo.org

Autore: Alessandro Graziadei

Licenza: Licenza Creative Commons
This opera is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 2.5 Italia License.


Articolo tratto interamente da
Unimondo.org

Photo credit A.Savin [CC-BY-SA-3.0-2.5-2.0-1.0 or FAL], via Wikimedia Commons

Vi segnalo (post interessanti da altri blog)


 Oggi vi consiglio:


Società in saldo tratto da I diari dello scooter

Invito tutti a leggere questo post molto attuale.

Il colpo di mano dell' UE sugli ogm tratto da Renovatio

Una notizia oscurata dai mass  media.

tratto da Navigaweb

Alcuni servizi utili.

The Corporation: recensione del film


 
The Corporation è un documentario canadese del 2003, diretto da Mark Achbar e Jennifer Abbott e tratto dall'omonimo libro di Joel Bakan.

Trama 

Le corporation sono oggigiorno persone giuridiche che hanno l'obbligo di mettere la tutela dei loro azionisti, cioè la realizzazione di un profitto, al di sopra di ogni altro obiettivo. Per questo, esse non hanno alcun interesse a salvaguardare la natura o il benessere dei lavoratori: ad essere danneggiata dall'opera delle multinazionali, quindi, è la società. Il documentario spiega questo fenomeno e lo illustra con vari esempi, che comprendono, fra l'altro:

  • lo sfruttamento della manodopera, specialmente nei paesi centroamericani, portato alla luce dalle indagini del Comitato Nazionale Americano per il Lavoro;
  • la sintetizzazione e la diffusione di sostanze chimiche pericolose per la salute, come il DDT e l'Agente Arancio, prodotto dalla Monsanto e usato in Vietnam dall'esercito americano;
  • la somministrazione alle mucche di un ormone (l'rBGH della Monsanto, detto anche rBST o Posilac). Questa sostanza, considerata sicura dalla Food and Drug Administration (FDA), avrebbe dovuto aumentare la produzione di latte, ma invece ha provocato casi di mastite (infiammazioni delle mammelle) delle mucche, che a sua volta ha provocato l'infezione batterica del latte. Un programma di Fox News ne avrebbe dovuto parlare, ma la Monsanto, con l'appoggio della Fox stessa, l'ha censurato;
  • l'inquinamento delle fabbriche e di allevamenti animali;
  • la pubblicità rivolta ai giovani di oggi, più sofisticata e creata appositamente perché i bambini condizionino gli acquisti dei genitori. Le corporation fanno leva sulla loro vulnerabilità per vendere i propri prodotti e per creare un esercito di "piccoli consumatori" che hanno cieca fiducia nelle multinazionali;
  • la diffusione di pubblicità occulta per introdurre un marchio nella vita quotidiana;
  • il processo condotto dalla General Electric e dal prof. Chakrabarty contro l'Ufficio brevetti americano, che aveva rifiutato di brevettare un batterio geneticamente modificato. Prima di questo processo non era possibile brevettare esseri viventi, ma dopo la vittoria della multinazionale, questa regola è stata modificata e ora il divieto vale solo per la specie umana;
  • le privatizzazioni dei beni pubblici, fra cui quella dei servizi idrici di una città boliviana (Cochabamba) che dava la possibilità a una multinazionale di distribuire l'acqua in cambio di un quarto del reddito dei cittadini, prevaricando, inoltre, i loro diritti. La popolazione si ribellò, ci furono degli scontri che provocarono numerosi feriti e un morto;
  • la collusione fra le corporation e i regimi dittatoriali, specialmente fra l'IBM di New York e il Terzo Reich.
Curiosità sul film

È stato distribuito in Italia dalla Fandango ed è commercializzato anche da Feltrinelli, nella collana Real Cinema.

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La forbice dell'1 per cento


Articolo da Sbilanciamoci.info


Si parla spesso oggi della crescente divergenza tra i redditi dell'1 per cento e quelli del restante 99 per cento della società. Ma pochi sanno che ancora maggiore è la forbice è la forbice che si è creata tra i redditi dell'1 per cento e quelli dello 0,1 e 0,01 per cento, gli iper ricchi della società
Si parla tanto della crescente divergenza, iniziata negli anni ottanta e oggi arrivata ai massimi storici, tra i redditi del famoso 1% e quelli del restante 99% della società. Ma pochi sanno che ancora maggiore è la forbice che si è venuta a creare tra i redditi dell’1% e quelli dello 0.1 e 0.01% – ovvero di quelli che potremmo chiamare gli “iper-ricchi”. Le disuguaglianze interne all’1% – ovvero tra lo 0.01% al top della piramide e il restante 1% –, sono infatti così estreme da annullare praticamente, in termini relativi, le differenze di reddito tra l’1% e il restante 90% della società (che rimangono comunque enormi e socialmente più rilevanti considerata la fetta di ricchezza “catturata” dall’1%), come mostra il seguente grafico, relativo agli Usa.

I dati raccolti del World Top Incomes Database mostrano che nel 2012 l’1% delle famiglie statunitensi più ricche ha guadagnato “solo” 41 volte di più di quello che hanno guadagnato in media il 90% delle restanti famiglie. Nel caso dello 0.1% la proporzione era di un incredibile 206 a 1. Nel 1990 il moltiplicatore dell’1% e dello 0.01% era rispettivamente di 87 e 21, e nel 1980 di 47 e 14. I ricercatori chiamano questo fenomeno, in cui si osserva lo stesso profilo di concentrazione indipendentemente dalla scala di osservazione, “disuguaglianza frattale”. Ma chi sono questi iper-ricchi? Come era intuibile, due su cinque sono manager e amministratori delegati, e uno su cinque lavora nella finanza. Queste figure professionali, ovviamente, sono sempre state in cima alla scala sociale; quello che è cambiato negli ultimi decenni è quello che si portano a casa a fine mese. Uno studio dell’Economic Policy Institute ha rivelato che le retribuzioni degli amministratori delegati, negli Stati Uniti, sono aumentati del 725% in termini reali tra il 1978 e il 2011 – un margine di cresciuta enormemente superiore alla crescita dei valori di borsa o degli utili societari (per chi fosse tentato di pensare che in fondo “se lo sono guadagnato”). Nello stesso periodo il salario medio è cresciuto solo del 5.7%. Se nel 1965 il rapporto tra la retribuzione del lavoratore medio e quello del top manager era di 18 a 1, nel 2011 era arrivato a 209 a 1. Ma la verità è che il grosso della crescente fetta della ricchezza nazionale che finisce nelle tasche degli iper-ricchi, negli Usa e altrove, non è neanche imputabile ai loro salari da capogiro, ma semplicemente… al fatto che sono ricchi. Nel caso dell’1%, dello 0.1% e dello 0.01% rappresentati nel grafico sopracitato, infatti, i capital gains – ovvero i redditi da capitale, quelli che ricevi per il semplice fatto di avere dei soldi da investire, magari perché ci sei nato – rappresentano rispettivamente il 22, il 33 il 42 del loro reddito medio. Nel caso dei 400 più ricchi d’America, la percentuale arriva addirittura al 50%. In pratica, più uno è ricco è più diventa sempre più ricco per il semplice fatto di essere ricco.

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Autore: Thomas Fazi

Licenza: Copyleft


Articolo tratto interamente da Sbilanciamoci.info

 

Citazione del giorno


"Io credo che non ci sia niente di più bello dell'amore, nel bene o nel male è sempre la cosa più bella che possa esistere."

Massimo Troisi
 
 

Aurora australe


Aurora Australis Tasmania from Francis Chui on Vimeo.

Photo e video credit Francis Chui caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons



Gli alberi di Joshua


Joshua from SungjinAhn on Vimeo.

Photo e video credit SungjinAhn caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons


Il vento di Emily Dickinson


Il vento

Come la luce,
Delizia senza forma
E come l'ape,
Melodia senza tempo

Come i boschi,
Segreto come brezza
Che, senza frasi, agita
Gli alberi più superbi

Come il mattino,
Perfetto sul finire,
Quando orologi immortali
Suonano mezzogiorno!

 Emily Dickinson

Outernet: la connessione libera e gratis che viene dallo spazio


Articolo da lffl linux freedom

Internet ormai è diventato un bene indispensabile peccato che al mondo solo una persona su tre possa accederne. Sono molti i paesi e zone dove non è disponibile una connessione internet, per questo motivo molte aziende stanno lavorando a nuove soluzioni per garantire un'accesso ad internet all'intera popolazione mondiale. Una soluzione potrebbe arrivare da Google con Project Loon che punta a portare una connessione internet in aree remote, rurali, vaste pianure deserti,  montagne ecc tramite palloni aerostatici, un'altra valida soluzione potrebbe arrivare dal progetto Outernet sviluppato dalla Media Development Investment Fund di New York
Outernet è un progetto che punta a portare internet gratuitamente in tutto il mondo anche nelle zone più impervie come deserti,  isole remote ai poli ecc tramite piccoli satelliti in orbita intorno alla terra.

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Fonte: lffl linux freedom

Autore: Roberto Ferramosca

Licenza: Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported.
 
Articolo tratto interamente da lffl linux freedom

martedì 18 febbraio 2014

Cielo stellato sull'isola di Riunione


Réunion Céleste from Luc Perrot on Vimeo.

Photo e video credit Luc Perrot caricato su Vimeo - licenza: Creative Commons


L'utopia



"Che valore hanno per te l'utopia, il sogno? Io penso che un uomo senza utopia, senza sogno, senza ideali, vale a dire senza passioni e senza slanci sarebbe un mostruoso animale fatto semplicemente di istinto e di raziocinio, una specie di cinghiale laureato in matematica pura."

Fabrizio De Andrè
 
 

Proverbio del giorno

 
Quando una cosa è accaduta, poco vale lamentarsi.
 
 

Vademecum SeLiLi: eseguire in pubblico musica con licenze Creative Commons


Articolo da CreativeCommons.it

Il Servizio Licenze Libere (SeLiLi) ha recentemente realizzato un vademecum sugli adempimenti necessari per l’esecuzione in pubblico (dal vivo o in DJ Set) di brani musicali distribuiti con licenze Creative Commons.

Il vademecum è stato realizzato raccogliendo le numerose richieste di chiarimenti, ricevute nel corso degli anni dal progetto SeLiLi, in un testo che esamina unitariamente i quesiti più frequenti sugli adempimenti previsti per legge in caso di intrattenimenti pubblici. Il vademecum, redatto da Claudio Artusio con il contributo degli uditori del progetto SeLiLi, si avvale in particolare degli spunti ed osservazioni di Simone Aliprandi, Deborah De Angelis, Giovanni Battista Gallus ed Ermanno Pandoli.

Il testo, che si rivolge soprattutto a musicisti, DJ, gestori di locali e organizzatori di eventi è aperto ai vostri commenti, critiche ed integrazioni su Google Docs.


Fonte: CreativeCommons.it


Autore: Claudio Artusio

Licenza: Licenza Creative Commons
Questo opera è distribuito con licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 Italia.

Articolo tratto interamente da CreativeCommons.it
 
 
 
 

lunedì 17 febbraio 2014

Non si lotta...



"Non si lotta solo nelle piazze, nelle strade, nelle officine, o con i discorsi, con gli scritti, con i versi: la lotta più dura è quella che si svolge nell'intimo delle coscienze, nelle suture più delicate dei sentimenti."

Pier Paolo Pasolini
 
 

sabato 15 febbraio 2014

Scegli la tua canzone italiana preferita


Visto la grande adesione della settimana scorsa, oggi propongo una nuova lista e stavolta riguarda la musica italiana. Vi ricordo che potete scegliere anche più di una canzone e soprattutto vi chiedo di condividere questo post nei vostri profili e d'invitare i vostri amici a esprimere una propria opinione.



Le guerre delle materie prime

Oil blood tank cropped

Articolo da Eddyburg.it


di Giorgio Nebbia  

Ogni volta che qualche paese meno noto si affaccia nelle pagine dei giornali e nelle cronache televisive  potete stare certi che “dietro” c’è qualche materia che i grandi paesi industriali vogliono controllare.

Le guerre per le materie prime non sono certo nuove; gli antichi mercanti, quando trovavano dei venditori riottosi o avidi, non hanno mai esitato a conquistare con la forza le merci o le materie desiderate. La distruzione di Sodoma e Gomorra, le città divenute ricche per il loro monopolio nella produzione e nel commercio del sale, corrisponde probabilmente a un episodio di una delle tante guerre per le materie prime nell'antichità.

E' tutta da scrivere una storia dell'umanità basata sulla violenza per conquiste geografiche: soprattutto con l'inizio della rivoluzione industriale del 1800 è facile riconoscere le guerre per la conquista dei giacimenti di nitrati nel Cile (la lunga guerra fra Cile, Bolivia e Perù, sobillata dagli europei); per la conquista della parte dell'Amazzonia ricca di alberi della gomma; quelle per mettere fine al monopolio siciliano dello zolfo; per i giacimenti dei fosfati, eccetera. Molte manifestazioni dell'imperialismo hanno le loro radici nella conquista di giacimenti di materiali preziosi: la guerra per i giacimenti di ferro della Lorena, la spinta nazista alla conquista del petrolio russo, la spinta giapponese alla conquista della gomma in Malesia, eccetera.

La seconda guerra mondiale, combattuta fra i paesi industriali, aveva mostrato che una guerra moderna si poteva vincere soltanto con il possesso di materiali strategici, in gran parte presenti nei paesi coloniali: ai vecchi materiali --- petrolio, gomma, ferro --- se ne aggiunsero altri come cromo, vanadio, uranio, semi oleosi, ecc. I paesi coloniali, a mano a mano che si sono resi conto dell'importanza dei rispettivi territori e delle loro risorse, hanno cominciato a esigere la liberazione dalla condizione coloniale, considerata non soltanto una oppressione dei diritti umani fondamentali, ma anche come una occasione per rapinare gratis i materiali indispensabili per i vecchi e nuovi imperi.

Con l'indipendenza, molti nuovi stati si sono trovati padroni, finalmente delle "proprie" materie prime strategiche, in grado di chiedere per esse prezzi equi. I paesi industriali, da parte loro, hanno incoraggiato guerre locali --- si pensi alla guerra del Congo/Zaire/Katanga --- per assicurarsi cromo, cobalto, uranio. Ma la conquista delle materie prime non richiedeva, necessariamente, delle guerre: ai paesi industriali bastava insediare dei governi fantoccio, assicurarsi il monopolio della vendita di macchinari, capitali, armi, infrastrutture, bastava "educare" i cittadini dei paesi ex-coloniali nelle scuole e università occidentali per farne degli amici. Questi rapporti cripto-coloniali assicuravano comunque ai due imperi --- capitalistico e comunista --- merci e materie a basso prezzo. Fino a quando i paesi del "terzo mondo", come li aveva chiamati il geografo Sauvy, non hanno cominciato a organizzarsi per attenuare le molte iniquità.
 
Le guerre recenti delle materie prime sono cominciate, dopo la fine della seconda guerra mondiale, nel 1951 quando Mossadeq in Iran depose lo shah e procedette alla nazionalizzazione del petrolio, un pessimo segno per le multinazionali che risposero col colpo di stato del 1953. Il governo fantoccio dello shah tornò al potere, rimettendo "ordine imperiale" nei rapporti fra l'Iran e le multinazionali petrolifere, le "sette sorelle", senza contare che quel gesto di prepotenza avrebbe innescato un irreversibile processo di crisi del potere economico dell’Occidente. Infatti come risposta il 19 luglio 1955, Nasser, Nehru, Chu En-Lai e Sukarno si riunirono a Bandung gettando le basi di un accordo fra paesi non allineati, ormai in numero sufficiente per poter contare nell'assemblea delle Nazioni Unite.

Nel 1956, nell'ambito di questo ordine mondiale alternativo, fu nazionalizzato il Canale di Suez, un altro segno della ribellione dei paesi in via di sviluppo; un intervento armato di Francia e Inghilterra fu evitato per l'intervento del presidente degli Stati Uniti Eisenhower che ristabilì l'ordine, apparentemente in modo così saldo da indurre le multinazionali addirittura a imporre una diminuzione del prezzo del petrolio greggio. A questa iniziativa i paesi esportatori di petrolio risposero creando, nel 1960, una organizzazione, l'OPEC, col proposito di regolare produzione e prezzi in modo da attenuare lo strapotere delle "sette sorelle" del petrolio.
 
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Fonte: Eddyburg.it

Autore: Giorgio Nebbia  

Licenza: Copyleft


Articolo tratto interamente da Eddyburg.it

Photo credit This image was originally posted to Flickr as oil + blood =. (Wikimedia Commons) [CC-BY-2.0, CC-BY-2.0 or CC-BY-2.0], via Wikimedia Commons
 
 

Citazione del giorno


"Si dice che una volta toccato il fondo non puoi che risalire. A me capita di cominciare a scavare."

Roberto "Freak" Antoni
 
 

Il mistero della collina di Giano Vetusto (CE)

Giano vetusto 1

Articolo da Informare è un dovere

Ho letto una notizia molto interessante sul sito Noi Caserta che ha subito catturato la mia attenzione. A Giano Vetusto, in provincia di Caserta, c'è una particolare collina che, se osservata dall'alto o da lontano, ricorda la forma di un cono. La collina presenta dei bordi perfettamente circolari, mentre la pendenza su tutto il sentiero che corre lungo la collina è regolare. Sulla collina è stato ritrovato un masso che, forse, fu lavorato a mano dall'uomo. Sulla cima, invece, è stata trovata una pietra differente per tipologia e materiale dalle altre, incastonata nella roccia. Manufatti umani? Chissà. Una delle ipotesi è che la collina in un passato molto remoto fosse probabilmente una piramide, utilizzata da qualche antica popolazione, anche perchè nella zona sono stati ritrovati parecchi reperti archeologici.

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Fonte: Informare è un dovere

Autore: Andrea De Luca
 
Licenza: Copyleft
 
Articolo tratto interamente da Informare è un dovere

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Photo credit Emilio Nardelli (Opera propria) [Public domain], attraverso Wikimedia Commons

 

Il sabato del villaggio di Giacomo Leopardi



Il sabato del villaggio

La donzelletta vien dalla campagna,
in sul calar del sole,
col suo fascio dell'erba; e reca in mano
un mazzolin di rose e di viole,
onde, siccome suole,
ornare ella si appresta
dimani, al dì di festa, il petto e il crine.
Siede con le vicine
su la scala a filar la vecchierella,
incontro là dove si perde il giorno;
e novellando vien del suo buon tempo,
quando ai dì della festa ella si ornava,
ed ancor sana e snella
solea danzar la sera intra di quei
ch'ebbe compagni dell'età più bella.
Già tutta l'aria imbruna,
torna azzurro il sereno, e tornan l'ombre
giù da' colli e da' tetti,
al biancheggiar della recente luna.
Or la squilla dà segno
della festa che viene;
ed a quel suon diresti
che il cor si riconforta.
I fanciulli gridando
su la piazzuola in frotta,
e qua e là saltando,
fanno un lieto romore:
e intanto riede alla sua parca mensa,
fischiando, il zappatore,
e seco pensa al dì del suo riposo.

Poi quando intorno è spenta ogni altra face,
e tutto l'altro tace,
odi il martel picchiare, odi la sega
del legnaiuol, che veglia
nella chiusa bottega alla lucerna,
e s'affretta, e s'adopra
di fornir l'opra anzi il chiarir dell'alba.

Questo di sette è il più gradito giorno,
pien di speme e di gioia:
diman tristezza e noia
recheran l'ore, ed al travaglio usato
ciascuno in suo pensier farà ritorno.

Garzoncello scherzoso,
cotesta età fiorita
è come un giorno d'allegrezza pieno,
giorno chiaro, sereno,
che precorre alla festa di tua vita.
Godi, fanciullo mio; stato soave,
stagion lieta è cotesta.
Altro dirti non vo'; ma la tua festa
ch'anco tardi a venir non ti sia grave.

Giacomo Leopardi

Immagine del giorno

Sources of Light

Fonti di luce

Photo credit Luis Argerich caricata su Flickr - licenza foto: Creative Commons



venerdì 14 febbraio 2014

Solo i saggi sono liberi



"Libero è solo chi è saggio, perché solo il saggio è padrone di se stesso, non teme né la povertà né la morte, né le catene, sa tener testa alle passioni e disprezza gli onori: privo di bisogni che lo fanno dipendere dalla volontà altrui, ha tutto in se, perfetto e compatto come una sfera sulla cui levigata superficie nulla di estraneo può fermarsi e contro cui il destino sempre si scaglia furiosamente senza mai riuscire a intaccarla."

Quinto Orazio Flacco
 
 

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