venerdì 5 dicembre 2014

La Grecia e il Pil elettorale


Articolo da Altrenotizie.org

Da quando la cura dell'austerità si è abbattuta sulla Grecia, ciclicamente, sull'economia ellenica si raccontano verità stiracchiate, piegando i numeri alle ragioni della convenienza politica. Il fenomeno si ripete più o meno ogni volta che i Paesi dell'Eurozona pubblicano i dati trimestrali sul prodotto interno lordo e si rafforza man mano che l'anno volge al termine, permettendo di tirare le somme con un margine d'errore minimo sull'andamento dei 12 mesi.

L'ultima volta è accaduto alla fine della scorsa settimana, quando Atene ha fatto sapere che il Pil greco del terzo trimestre è cresciuto dello 0,7% (la variazione migliore fra quelle di tutti i membri dell'area euro), dopo il +0,8 e il +0,3% registrati rispettivamente nel primo e nel secondo trimestre. Su base annua, invece, il Pil greco è salito dell'1,4% fra luglio e settembre e, secondo le ultime previsioni, nell'intero 2014 il Paese dovrebbe mettere a segno una crescita dello 0,6%.

Questi dati certificano che - dopo sei anni di contrazione - la Grecia è uscita ufficialmente dalla recessione più lunga della storia moderna. A livello tecnico si tratta di un'affermazione indiscutibile. I problemi iniziano quando si stilano classifiche sulla base di questi dati. Sempre nel terzo trimestre, infatti, Germania e Francia hanno fatto segnare una crescita congiunturale più debole rispetto a quella di Atene, rispettivamente dello 0,1 e dello 0,3% (con Berlino che ha evitato per un soffio la recessione tecnica dopo il -0,1% del periodo aprile-giugno), mentre l'Italia ha continuato a viaggiare in territorio negativo, incassando una flessione del Pil pari allo 0,1% rispetto al trimestre precedente e apprestandosi a chiudere l'anno con un rosso dello 0,3%.

Alla luce di questi numeri, si è tentati di dipingere la performance ellenica come una sorta di rivincita nei confronti delle principali potenze economiche europee, se non addirittura come una prova che la cura da cavallo imposta dalla Troika, alla fine, si è rivelata efficace. Bisogna però ricordare che fra il 2008 e il 2013 la Grecia ha lasciato per strada il 24% del proprio Pil, di gran lunga la contrazione più grave rispetto a quella accumulata in qualsiasi altro Paese di Eurolandia.

Negli stessi anni i consumi sono sprofondati del 26% e gli investimenti si sono ridotti di quasi due terzi. Non solo: secondo un rapporto dei ricercatori delle Università di Cambridge, Oxford e Londra pubblicato a inizio anno dalla rivista medica britannica The Lancet, in Grecia la mortalità infantile nei primi mesi di vita dei bambini è aumentata del 43% a seguito dei tagli alla spesa pubblica e al dimezzamento del bilancio della Sanità imposti da Unione europea, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale. Non è un caso che, in più di un'occasione, lo stesso Fmi abbia ha riconosciuto la gravità degli errori commessi in Grecia.

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Fonte: Altrenotizie.org


Autore: Carlo Musilli


Licenza: Creative Commons (non specificata la versione)


Articolo tratto interamente da Altrenotizie.org


2 commenti:

  1. Innanzi tutto bisogna vedere se queste notizie sono tutte reali e vere fino in fondo o se siano info dirottate e modificate ai fini politici o di altro tipo.
    Se fosse vero sari felice per la Grecia che ne ha passate di molto dure ;-) anche se non credo che la popolazione per ora ne abbia avuto dei vantaggi. Invece sono molto preoccupata per la nostra Italia.
    Un saluto e Buon Fine Settimana in arrivo :-)

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  2. a me sembra che ormai l'economia reale delle persone vada da una parte e quella dei bilanci invece vada per i fatti suoi

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