domenica 16 novembre 2014

Le petit chat di Edmond Rostand

 
Le petit chat
 
E’ un gattino nero, sfrontato, oltre ogni dire,
Lo lascio spesso giocare sul mio tavolo.
A volte vi si siede senza far rumore,
Quasi un vivente fermacarte.
Gli occhi gialli e blu sono due agate.
A volte li socchiude, tirando su col naso,
Si rovescia, si prende il muso tra le zampe,
pare una tigre distesa su di un fianco.
Ma eccolo ora – smessa l’indolenza -
Inarcarsi – somiglia proprio ad un manicotto;
E allora, per incuriosirlo, gli faccio oscillare davanti,
Appeso ad una cordicella, un mio turacciolo.
Fugge al galoppo, tutto spaventato,
Poi ritorna, fissa il turacciolo, tiene un po’
Sospesa in aria – ripiegata – la zampetta,
poi abbatte il turacciolo, l’afferra; lo morde.
Allora, senza ch’egli la veda, tiro la cordicella,
ed il turacciolo si allontana, e il gatto lo segue,
descrivendo dei cerchi con la zampa,
poi salta di lato, ritorna, fugge di nuovo.
Ma appena gli dico “Devo lavorare,
vieni, siediti qua, da bravo!” si siede..
E mentre scribacchio sento
che si lecca col suo lieve struscio molle.
 
 Edmond Rostand
 
 

2 commenti:

  1. Chiunque condivida la propria casa con un gatto sa che non si potevano trovare modi migliori x descriverlo ! Ottima scelta,grazie di avercela proposta !

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  2. I gatti sono creature affascinanti.. mi piacerebbe molto averne uno!
    A presto.. Dream Teller ^^

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