domenica 12 ottobre 2014

Vogliono estendere le norme per la stampa alla rete Internet

Articolo da Valigia Blu

Puntuale come le tasse anche quest’anno rispunta l’ennesima legge che mira ad estendere le norme per la stampa alla rete Internet. Si tratta di una serie di iniziative di legge discusse congiuntamente, laddove, come spiega bene Guido Scorza, gli emendamenti raccolti sembrano giustificare ancora una volta l’abusatissimo termine di legge bavaglio.
Il relatore delle norme, ora in discussione al Senato, precisa che si tratta di un recepimento di istanze dell’Ordine dei giornalisti:

"Il disegno di legge sulla diffamazione in discussione nell’Aula del Senato ha un obiettivo prioritario: quello di cancellare dall’ordinamento italiano il carcere per i giornalisti, una pena che non esiste più in nessun Paese europeo per reati correlati all’esercizio del diritto-dovere all’informazione.
Per fronteggiare le questioni relative ai nuovi media, si è compiuta la scelta di equiparare le testate on line alle testate giornalistiche. Nessun bavaglio al web, dunque, ma una regolamentazione che è stata richiesta dallo stesso ordine dei giornalisti, del quale si sono recepite tutte le richieste."

 In realtà non è vero che la diffamazione a mezzo stampa non esiste più in nessuno Stato europeo, come precisa anche uno studio della Camera dei Deputati del 2013, mentre invece è vero che esiste una generale tendenza della magistratura a non applicare pene detentive ai giornalisti se non quando i giudici rilevano un comportamento particolarmente delinquenziale o uno spiccato disinteresse per la verità dei fatti (ad esempio, se il giornalista rifiuta la rettifica oppure inventa dei fatti da attribuire ad una persona al fine di svilirne la reputazione). Del resto anche in Italia si fa così, giornalisti che sono andati in carcere per diffamazione si contano, dall’Unità d’Italia, sulle dita di una mano. La cancellazione delle pene detentive, sostituendole con pene pecuniarie, potrebbe, invece, innescare un meccanismo perverso in base al quale l’editore con più soldi in cassa può permettersi articoli più falsi. Semmai volessimo riscontrare un’anomalia italiana, questa è l’esistenza di un Ordine dei giornalisti, caso davvero unico.


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Fonte: Valigia Blu

Autore: Bruno Saetta


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Articolo tratto interamente da Valigia Blu


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