venerdì 22 agosto 2014

Esiste la vita sotto i ghiacci dell'Antartide

First view of the bottom of Antarctic subglacial Lake Whillans

Articolo da Greenreport.it

In profondità, sotto il ghiaccio dell’Antartide, le buie e freddissime acque dell’antico lago Whillans, a più di 800 metri sotto la calotta antartica occidentale, ospitano forme di vita: quasi 4.000 specie di microbi  che si nutrono di roccia. E’ quanto emerge dallo studio “A microbial ecosystem beneath the West Antarctic ice sheet” pubblicato su Nature da un team di università ed istituti scientifici statunitensi e del Wissard Science Team ed al  quale ha partecipato  anche Carlo Barbante, dell’Istituto per la dinamica dei processi ambientali del Cnr e del  Dipartimento di scienze ambientali, informatica e statistica dell’università Ca′Foscari di Venezia. Il team di scienziati sottolinea che è da più di 40 anni che si sa che sotto la calotta antartica c’è acqua liquida, ma solo di recente hanno questi ambienti subglaciali stati riconosciuti come ecosistemi microbici che possono influenzare le trasformazioni biogeochimici su scala globale. Quella pubblicata su Nature è «La prima descrizione geomicrobiologica dell’acqua e dei sedimenti superficiali ottenuti dal campionamento diretto di un lago subglaciale antartico».
Il Subglacial Lake Whillans (SLW) si trova a circa 800 metri sotto il ghiaccio, nella parte inferiore del Whillans Ice Stream (WIS), nell’Antartide occidentale e fa parte di un’ampia rete subglaciale di drenaggio in continua evoluzione. Glik scienziati hanno scoperto che «La colonna d’acqua del SLW conteneva microrganismi metabolicamente attivi»  e i dati sugli eterotrofi ed autotrofi, del sequenziamento genico e biogeochimici «Indicano che SLW è un ecosistema “chemosynthetically driven” abitato da un insieme eterogeneo di batteri e di archeobatteri. I nostri risultati confermano che gli ambienti acquatici sotto la calotta di ghiaccio dell’Antartico supportano ecosistemi microbici vitali, corroborando rapporti precedenti che suggeriscono che essi contengono piscine globalmente rilevanti di carbonio e microbi, il che può mobilitare gli elementi dalla litosfera  ed influenzare i sistemi  geochimici e biologici  dell’Oceano Meridionale».
La superficie del lago è stato probabilmente esposta per l’ultima volta nel tardo Plestocene, un milione di anni fa al massimo, da allora le sue acque non hanno visto praticamente la luce solare e temperature medie sono state intorno ai meno 63 gradi Fahrenheit. La scoperta conferma che la vita trova il modo di sopravvivere in ambienti estremi ed aumenta la possibilità che qualche forma di vita possa sopravvivere sulle lune ghiacciate di tutto il sistema solare, come Europa, la luna di Giove.
Il lago Whillans è uno dei centinaia di laghi subglaciali dell’Antartide, corpi idrici la cui esistenza  stata  rivelata dai satelliti. Il leader del team di ricerca, Brent C. Christner  del Dipartimento scienze biologiche della Louisiana State University, spiega che «una questione in sospeso è se non l’ambiente alla base dello strato di ghiaccio sia in realtà adatto alla persistenza della vita microbica». Christner, che fa parte anche del  Whillans Ice Stream Subglacial Access Research Drilling  (Wissard), un consorzio del quale fanno parte istituzioni scientifiche di tutto, un vero e proprio esercito di scienziati e studenti. Dal 2009 ikl team Wissard ha cercato di capire cpome fosse la vita sotto il Ghiaccio dell’Antartide. Giù e. Gli scienziati hanno cominciato a sospettare che i microbi potrebbero vivere sul ventre di un ghiacciaio già nel 1999 gli scienziati avevano cominciato a sospettare che ci potesse essere vita nelle acque sotto la calotta, quando il  più grande lago antartico, il  Vostok, rivelò  tracce genetiche di microbi congelati al confine della calotta di ghiaccio. Ma c’era una possibilità a queste creature provenissero dai contaminanti nel fluido della trivellazione.  Gli scienziati stanno discutendo se questi ecosistemi abbiano relazioni e ricadute su quelli “esterni” e se possano ospitare creature più evolute e addirittura pesci.

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Fonte: Greenreport.it


Autore: Redazione Greenreport

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Articolo tratto interamente da Greenreport.it

Photo credit NASA/JPL-Caltech [Public domain], attraverso Wikimedia Commons

1 commento:

  1. Chissà cosa penserebbe Bergson di una scoperta di tale portata!

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