martedì 3 gennaio 2012

Discorso sul PIL di Robert Kennedy


“Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell’ammassare senza fine beni terreni. Non possiamo misurare lo spirito nazionale sulla base dell’indice Dow-Jones, né i successi del paese sulla base del prodotto interno lordo (PIL). Il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana. Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari. Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia, la solidità dei valori familiari, l’intelligenza del nostro dibattere. Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta. Può dirci tutto sull’America, ma non se possiamo essere orgogliosi di essere americani”.

Robert Kennedy

Tratto dal discorso tenuto il 18 marzo 1968 alla Kansas University


3 commenti:

  1. Caro Cavaliere la storia prova sempre ad insegnare qualcosa ma non è facile ricordare.
    Tomaso

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  2. I pragmatici (quelli di "E' la crisi, bellezza!") diranno che non è con questi discorsi che si fa girare l'economia. Ma a me sembra che ci sia un grande bisogno proprio di parole come queste, che ci danno molto di più di una semplice ricetta su come uscire dalla crisi: ci danno una direzione ed una speranza.

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  3. Poco prima di morire, Robert Kennedy cominciò a capire.

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