mercoledì 31 marzo 2010

Pericolo tsunami sulle coste dell'Italia meridionale


Torna alla ribalta in questi mesi il più grande vulcano sommerso d'Europa; il Marsili, situato nel Tirreno meridionale. Questo vulcano sottomarino con una sua esplosione potrebbe causare uno tsunami; ma rimaniamo solo nelle ipotesi, perché in questo momento non esistono pericoli. Vediamo un po' di conoscere questo vulcano grazie ad un video trovato sul web e la descrizione di Wikipedia. Scoperto negli anni venti del XX secolo e battezzato in onore dello scienziato italiano Luigi Ferdinando Marsili, questo vulcano sottomarino è stato studiato di recente nell'ambito di progetti strategici del CNR per mezzo di un sistema multibeam e di reti integrate di monitoraggio per osservazioni oceaniche. È stato trovato che il Marsili costituisce il più grande vulcano d'Europa, essendo esteso per 70 km in lunghezza e 30 km in larghezza. Il monte si eleva per circa 3000 metri dal fondo marino, raggiungendo con la sommità la quota di circa 450 metri al di sotto della superficie del mar Tirreno.L'area batiale costituita dal bacino del Marsili è caratterizzata da un basamento a crosta oceanica (o pseudooceanica) con uno spessore crostale ridotto a soli 10 km; lo stesso spessore è quello dell'area batiale dell'adiacente bacino del Vavilov, posto a occidente di quello del Marsili. La presenza di una crosta sottile è tipica del vulcanismo di retro-arco, dove predominano le rocce tholeiitiche. I bacini di Marsili e Vavilov sono divisi da una soglia batimetrica con direzione Nord-Sud e spessore crostale di 15 km, quindi più elevato. Il bacino del Marsili è il settore oceanizzato più di recente del bacino di retro-arco del Mar Tirreno, e il seamount Marsili, che ne occupa la parte assiale, costituisce l'unico elemento significativo, dal punto di vista topografico, della piana abissale. Secondo l'interpretazione di Marani, il vulcano sottomarino Marsili è un centro di espansione dilatato del bacino Marsili.I fenomeni vulcanici sul monte Marsili sono tuttora attivi[ e sui fianchi si stanno sviluppando numerosi apparati vulcanici satelliti. I magmi del Marsili sono simili per composizione a quelli rilevati nell'arco Eoliano, la cui attività vulcanica è attribuita alla subduzione di antica crosta Tetidea (subduzione Ionica). Si stima che l'età d'inizio dell'attività vulcanica del Marsili sia inferiore a 200 mila anni. Sono state inoltre rilevate tracce di collassi di materiale dai fianchi di alcuni dei vulcani sottomarini i quali potrebbero aver causato maremoti nelle regioni costiere tirreniche dell'Italia Meridionale. Assieme al Magnaghi, al Vavilov e al Palinuro, il Marsili è inserito fra i vulcani sottomarini pericolosi del Mar Tirreno.
Nel febbraio 2010 la nave oceanografica Urania, del Cnr, ha iniziato una campagna di studi sul vulcano sommerso. Sono state rilevate preoccupanti frane che testimoniano una notevole instabilità. Il sismologo Enzo Boschi ha dichiarato: «Il cedimento delle pareti muoverebbe milioni di metri cubi di materiale, che sarebbe capace di generare un’onda di grande potenza che investirebbe le coste della Campania, della Calabria e della Sicilia provocando disastri. Gli indizi raccolti ora sono precisi ma non si possono fare previsioni. Il rischio è reale e di difficile valutazione per la mancanza di una capillare rete di sismometri in grado di avvisare se un’eruzione è imminente, almeno con un certo margine di preavviso come avviene per l'Etna.»
Questo articolo è rilasciato sotto i termini della GNU Free Documentation License. Esso utilizza materiale tratto da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Link canale video:orsobyanco

1 commento:

  1. Sera Cavaliere!
    questa notizia l'ho sentita oggi in tv...e pensare che crediamo di essere al sicuro o quasi...ed invece siamo circondati dai vulcani!
    A presto LU

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